Tessile-Abbigliamento: per l’industria italiana 2018 a 55,2 mld di euro (+2,1%)
Per l’industria italiana del tessile-abbigliamento (TA) il 2018 si è chiuso con un fatturato di 55,2 miliardi di euro (+2,1%). Trend positivo anche per la produzione che ha segnato un incremento dell’1,4%.
I dati sono stati presentati il 10 aprile a Milano nel corso della conferenza stampa organizzata da Sistema Moda Italia presso la sede di Confindustria Moda. Come ha precisato Marino Vago, presidente di Smi, le elaborazioni presentate sono ancora delle stime realizzate dal Centro studi di Confindustria Moda in collaborazione con il prof. Serati dell’Università Carlo Cattaneo – Liuc di Castellanza (Va).
Più precisamente, nel 2018, l’industria italiana dell’abbigliamento ha riportato un incremento di fatturato del 2,8%, mentre per il tessile la crescita è dell’1,4%. Le stime relative all’export mostrano un trend positivo, ma, rispetto all’anno precedente, il ritmo di crescita subisce un rallentamento.
In particolare, le esportazioni del tessile-abbigliamento segnano un +2,8%, contro il +3,5% del 2017. In termini di fatturato, le elaborazioni di Centro Studi di Confindustria evidenziano un giro d’affari di poco inferiore ai 31,5 miliardi di euro. Su questo risultato ha influito la battuta di arresto registrata nel terzo trimestre (+0,9%), a cui però è seguito un +5,4% del quarto trimestre. Anche in questo caso, nel 2018 l’abbigliamento riporta risultati migliori rispetto al tessile: +3,7%, contro un +1,1% del settore a monte.
Per quel che riguarda invece le aree geografiche più ricettive, l’Unione Europea ha registrato un calo dello 0,1%, mentre i mercati extra Ue segnano un +6,4% grazie alle performance positive di Usa (+3,1%), Svizzera (+14,8%) e Cina (+23,6%).
In merito alle stime relative al mercato interno, invece, i dati elaborati da Sita Ricerca per Sistema Moda Italia evidenziano per il tessile-abbigliamento un calo del sell out del 3,2%. Anche in questo caso il ritmo è peggiore rispetto al 2017 che si era chiuso con un -1,2%. Andamento negativo anche sul fronte dell’occupazione e del numero di aziende attive. Per quel che riguarda la prima voce, le stime del 2018 mostrano un -0,1%, pari alla riduzione di oltre 500 posti di lavoro. Mentre il numero di imprese dovrebbe diminuire dello 0,5%.
Infine le previsioni per il primo semestre 2019. In questo caso ci si attende un trend positivo, in crescita dell’1,5% rispetto ai primi sei mesi del 2018 che si erano chiusi con un +2,6%. Anche su questo fronte, dunque, il ritmo è rallentato.
Per quel che riguarda l’export, il periodo gennaio-giugno 2019 dovrebbe mostrare un +1,8%, contro il +2,6% dello scorso anno. In merito al 2019, il Centro Studi Confindustria ha evidenziato sei fattori che potrebbero influenzare sull’andamento del mercato: le elezioni europee, gli esiti della Brexit, i timori di una recessione nell’Eurozona, la minaccia di attacchi cibernetici, il rischio di una frenata degli Usa, le tensioni commerciali Usa-Cina.