Euratex chiede all’Unione Europea un piano a breve termine per il tessile moda
Il 60% delle aziende europee dell’industria del tessile e abbigliamento per il prossimo futuro prevede un calo delle vendite del 50%, mentre per un 30% del panel il calo potrebbe addirittura attestarsi all’80%. Inoltre, il 70% delle aziende ha serie difficoltà finanziarie i e l’80% del campione ha ridotto, seppur temporaneamente, la forza lavoro, utilizzando, ove disponibili, formule come la disoccupazione temporanea.
Questi i dati comunicati da Alberto Paccanelli, presidente di Euratex, la federazione europea che rappresenta il settore tessile/abbigliamento, durante una videoconferenza con il Commissario dell’Unione Europea Thierry Breton e altri attori chiave del settore, svoltasi lo scorso 17 aprile.
Le aziende europee, inoltre, segnalano problemi anche per quanto riguarda la catena di fornitura, mentre i dettaglianti si trovano ad affrontare il problema della “stagione estiva perduta”: un’azienda su quattro sta considerando di chiudere.
Nonostante questa situazione senza precedenti, l’industria europea del tessile e dell’abbigliamento ha risposto immediatamente alla situazione di emergenza provocata dal Covid-19: oltre 500 aziende hanno riconvertito parte dei loro siti o investito in nuovi macchinari, per produrre mascherine e indumenti protettivi.
Per salvaguardare il settore, Euratex considera necessarie misure a breve termine, come l’accesso alla liquidità, la riapertura dei negozi il più rapidamente possibile, per creare domanda, la garanzia di un buon funzionamento del mercato interno e la prevenzione di qualsiasi perturbazione sui mercati di esportazione. La Commissione dovrebbe inoltre astenersi dall’aggiungere oneri normativi in questi tempi difficili.
Sul lungo periodo, invece, per Euratex risulta fondamentale un piano strategico per sostenere il rilancio dell’industria e migliorare la competitività globale. Inoltre, per la federazione le catene di approvvigionamento dovrebbero essere riportate in Europa, mentre occorre garantire condizioni di parità sul mercato globale e, in particolare, sulle merci importate. L’innovazione, la digitalizzazione e la green economy rimangono un obiettivo per l’industria europea del tessile e abbigliamento, ma devono essere riviste alla luce di un programma di rilancio del settore.