Hanes Brands punta su Champion e lancia il progetto Booster. Nel IQ l’intimo a -6%
“Sell More, Spend Less, Generate Cash” ovvero “Vendere di più, spendere meno, generare contanti” è questo l’obiettivo del programma Project Booster, che coinvolge il marchio activewear Champion, lanciato da Hanes Brands nel primo trimestre del 2017.
Il programma messo a punto dalla multinazionale americana a cui fanno capo i marchi Hanes, Champion, Maidenform, DIM, Bali, Playtex, Bonds, JMS / Just My Size, Nur Die / Nur Der, Le uova, Lovable, Wonderbra, Berlei e Gear for Sports, punta a sviluppare annualmente entro il 2020 circa 300 milioni di dollari in contanti e risparmi netti per 100 milioni di dollaridopo un reinvestimento annuo di 50 milioni di dollari in opportunità di crescita mirate.
Per raggiungere questo obiettivo, Hanes Brands lavorerà per aumentare le vendite online e multicanale del marchio Champion, oltre a investire in operazioni volte a rafforzare la notorietà e l’identità del brand. L’operazione prevede anche una riorganizzazione del personale, con il taglio di 220 posti di lavoro.
Nel primo trimestre del 2017, infatti, per il progetto Booster ha speso circa 7 milioni di dollari per agevolare l’uscita volontaria dall’azienda di alcuni dipendenti.
Il programma è stato presentato agli analisti il 2 maggio dal Ceo di Hanes Brands, Gerald W. Evans, durante la conferenza dedicata ai risultati conseguiti nel primo quarter dell’anno in corso.
Nel periodo considerato, gli utili sono diminuiti del 12% attestandosi a 70,6 milioni di dollari. Le vendite nette hanno raggiunto quota 1,38 miliardi di dollari (+13,2%). Le acquisizioni effettuate nel 2016 hanno contribuito per circa 210 milioni di dollari alle vendite nette nel trimestre.
L’utile operativo ha raggiunto i 50,5 milioni di dollari contro 24,7 milioni di dollari dell’anno precedente a seguito delle nuove acquisizioni e delle sinergie derivanti da acquisizioni precedenti. Il risultato operativo nel segmento activewear è aumentato del 4,1% attestandosi a 33,4 milioni di dollari con un margine operativo del 10,2% stabile rispetto allo stesso periodo del 2016.
Trend negativo per la biancheria intima: le vendite sono diminuite del 5,9% a 505,2 milioni di dollari.L’andamento di questo comparto è legato alle chiusure dei punti vendita e alla maggiore cautela dei retailer nella gestione delle scorte di magazzino. Questo calo è stato compensato, in parte, dai risultati registrati dall’intimo maschile negli Stati Uniti e dalle vendite online che rappresentano il 10% del fatturato sviluppato negli States.
Per quel che riguarda i mercati esteri, le vendite sono aumentate del 71,1% a 477,4 milioni di dollari grazie soprattutto all’acquisizione e ai risultati registrati da Champion Asia.