Moda italiana maschile: nel 2016 fatturato a 9 mld (+1,2%). L’export cresce (+2,4%), il mercato interno cala (-2,2%)
La moda maschile italiana vale a dire l’abbigliamento in tessuto, la maglieria esterna, la camiceria, le cravatte e l’abbigliamento in pelle, ha archiviato il 2016 con un fatturato di 9 miliardi di euro (+1,2%). Per quel che riguarda i singoli micro-comparti confezione e maglieria hanno chiuso l’anno con un aumento pari, rispettivamente, al 2 e al 5,1%. Le altre merceologie, invece, accusano dinamiche di segno negativo: la camiceria cala del 5,4%, il segmento delle cravatte arretra del 6,3%, la confezione in pelle, infine, perde quasi il -11%. Questi sono alcuni dei dati presentati daSistema Moda Italia (SMI), il 13 giugno a Firenze durante la conferenza stampa di inaugurazione di Pitti Uomo 92.
Nel corso del 2016 il valore dell’attività produttiva svolta in Italia si mostra in recupero, nonostante il calo dello 0,3%. Le esportazioni aumentano del 2,4% e si attestano a 5,8 miliardi di euro. Con queste cifre, l’incidenza dell’export sul fatturato passa al 64,4%. Nel caso dell’import si rileva un deciso rallentamento, dopo un biennio di crescita sostenuta. In particolare, per la moda uomo le importazioni si assestano sui livelli del 2015, per un totale di 4 miliardi circa. A fronte di questa dinamica, nel 2016 il settore sperimenta un miglioramento del saldo commerciale, che si porta a poco meno di 1,8 miliardi di euro, con un guadagno di 135 milioni.
Se si considera il mercato interno, invece, le rilevazioni di Sita Ricerca per SMI indicano una diminuzione del sell out pari al 2,2% in miglioramento rispetto agli anni appena precedenti. A livello di canali di vendita, nel periodo compreso tra marzo 2016 e febbraio 2017, i dati Sita Ricerca mostrano che la quota delle catene è salita al 35,75%. Questo canale si muove ancora in controtendenza rispetto alla media settoriale, archiviando nel periodo monitorato una variazione del +0,4%. Il dettaglio indipendente, passato a quota 26,9%, presenta un cedimento del 7,7%. La Gdo, invece, presenta un aumento del sell-out intermediato pari al +2,7%. Da sottolineare, infine, la performance dell’e-commerce: in aumento del 42%, raggiunge uno share del 6,3% del mercato uomo, contro il 4,4% del 2015.
Nei primi due mesi del 2017, la moda maschile italiana ha visto proseguire l’export su un sentiero favorevole, mentre l’import evidenzia un timido recupero (+0,8%). In particolare, il fatturato estero, sospinto dalla confezione ma ancor più dalla maglieria maschile, sperimenta una crescita del 6% circa rispetto al primo bimestre 2016. In queste prima battute del 2017 tra i mercati di sbocco best performer si segnalano Germania (+8,3%), Regno Unito (+24,8%) e Spagna (+10,5%) in ambito UE. Hong Kong (26,8%) e Corea del Sud (39,4%) ma anche Giappone (+9,2%) in area extra-UE.