Moda femminile italiana: nel 2016 il fatturato sfiora i 13 mld di euro. Consumi interni in calo (-3%), le catene perdono il 3%
Il 2016 per l’industria italiana della moda femminile (vestiario esterno, maglieria, camiceria e abbigliamento in pelle) si è chiuso con un fatturato in crescita per il terzo anno consecutivo. Più precisamente, il giro d’affari ha sfiorato i 13 miliardi di euro ed è aumentato dell’1,3%: in un anno il womenswear guadagna oltre 170 milioni di euro. Il 2015, infatti, si era chiuso a quota 12,780 miliardi di euro (+3,5%). È quanto emerge outlook realizzato dal Centro Studi di Sistema Moda Italia (Smi).
Con questi numeri, nell’ambito della filiera Tessile-Moda nazionale il womenswear rappresenta il 24,5% del fatturato complessivo generato lo scorso anno.
Le esportazioni hanno raggiunto quota 7,9 miliardi di euro (+2,8%), mentre l’import ha sperimentato una battuta d’arresto (-0,6%) e portandosi quindi al di sotto dei 4,3 miliardi di euro. A fronte di questo trend degli scambi con l’estero in entrata ed in uscita dall’Italia, l’avanzo commerciale del settore si porta sui 3,7 miliardi di euro.
Relativamente al mercato italiano, nel 2016, sulla base delle elaborazioni Smi sui dati rilevati da Sita Ricerca, la moda femminile accusa un nuovo deterioramento. Nel periodo compreso tra la P/E 2016 e l’A/I 2016-2017, il sell-out di moda femminile presenta una flessione del 3% in termini di spesa corrente rispetto alle corrispondenti stagioni del 2015-2016. A valore i dati mostrano un giro d’affari pari a 10,2 miliardi di euro.
In questo arco temporale, solo la camiceria ha evidenziato un incremento del sell-out del 2,4%. Il comparto preponderante, ovvero il vestiario esterno archivia, invece, un -3,2%, similmente alla maglieria, che cede il -3,5%. Il calo dell’abbigliamento in pelle supera infine il 10%.
Osservando le performance ottenute dai singoli format distributivi, le catene, canale leader con una market share del 46%, risultano in calo (-3,7%). L’e-commerce cresce del 28% e porta la sua quota al 4,1% del totale mercato. La Gdo raggiunge quota 14,5%, crescendo del +7,9%. All’interno della Gdo le Grandi Superfici sono state le best performer, con un aumento del 14,2%, presentano invece una crescita più contenuta il canale Food (+2,9%) e i Grandi Magazzini (+8,5%). Il dettaglio indipendente resta interessato da una dinamica riflessiva e cede un ulteriore 16,6%: tale canale copre così il 21% del mercato nazionale. Gli stessi outlet hanno sperimentato una decisa contrazione delle vendite.