Contraffazione online: la GdF di Ravenna denuncia 68 persone
La Guardia di Finanza di Ravenna ha sventato un’attività di contraffazione online. L’operazione delle Fiamme Gialle, chiamata “Quattro Chiacchiere”, il nome di uno dei gruppi di Whatsapp creato tra i “fornitori” e i “rivenditori” degli articoli contraffatti, ha consentito di denunciare alla Procura della Repubblica di Ravenna 68 persone (dieci “fornitori” e 58 “rivenditori”).
Tutti sono stati denunciati per i reati di contraffazione e di ricettazione.
La loro attività è stata in grado di generare, in circa un anno e mezzo di attività illecita, un fatturato di oltre 600mila euro che ora sarà recuperato tramite tassazione.
In sostanza, su Facebook venivano create delle vetrine virtuali per vendere capi contraffatti di label di alta moda nazionali ed estere: da Louis Vuitton a Gucci, da Prada a Michael Kors, fino ad arrivare a Liu Jo, Colmar, Moncler, Adidas e Nike.
Sulla bacheca di Facebook venivano mostrati i capi con i relativi prezzi. Per l’acquisto occorreva contattare il ‘rivenditore’ tramite Whatsapp. La merce veniva consegnata, dopo aver ricevuto il pagamento mediante l’accredito della somma richiesta su una carta Postepay.
Il sistema di spedizione dei capi contraffatti era organizzato per preservare l’identità dei fornitori degli articoli contraffatti. Agli spedizionieri nazionali che dovevano consegnare i capi all’acquirente veniva comunicato un indirizzo fittizio del mittente. Tuttavia, questo accorgimento non ha impedito alle Fiamme Gialle di individuare presso gli spedizionieri svariati plichi in partenza verso i “rivenditori”, che sono stati sottoposti a sequestro.
Le indagini sono iniziate grazie a una perquisizione nell’abitazione di una donna abitante a Riolo Terme, disposta dalla Procura della Repubblica di Ravenna nella persona del Sostituto Procuratore Dottoressa Lucrezia Ciriello perché, nell’ambito di un’attività di monitoraggio delle Fiamme Gialle per evitare la confraffazione online, la donna di Riolo Terme risultava molto attiva nel commercio di articoli di vestiario e accessori di griffe dell’alta moda.
I finanzieri della Compagnia di Faenza hanno individuato nell’abitazione della donna un’importante quantità di merce contraffatta. Una volta sequestrato il cellulare della cittadina è stato possibile anche verificare l’utilizzo di Facebook e Whastapp. Dall’esame di queste due App, le Fiamme Gialle sono risalite a una rete di rapporti tra alcuni soggetti “fornitori” di capi di abbigliamento contraffatti, operanti nelle province di Napoli e Salerno, e numerosi ‘rivenditori’ retailer dislocati su tutto il territorio nazionale, tra i quali anche la donna di Riolo Terme.
Sono invece 104 gli acquirenti individuali caduti in questa rete di contraffazione online. E a loro sarà contestata una violazione amministrativa prevista per l'”incauto acquisto”. In base alla quale, la sanzione pecuniaria varia da 100 a 7.000 euro per chi acquista a qualsiasi titolo cose che, per la loro qualità o per la condizione di chi le offre o per l’entità del prezzo, inducono a ritenere che siano state violate le norme in materia di origine e provenienza dei prodotti ed in materia di proprietà industriale.
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