Con la certificazione PEF Eurojersey mette un altro tassello al processo di sostenibilità ambientale
Eurojersey, l’azienda del Gruppo Carvico, produttrice dei tessuti brevettati Sensitive Fabrics, lo scorso aprile, ha ottenuto da Certiquality l’attestato PEF 010/19 (Product Environmental Footprint).
Istituita nel 2013 dal Joint Research Centre (JRC) dell’Unione Europea come raccomandazione per tutte le aziende europee, la PEF attesta l’impronta ambientale sull’intero ciclo produttivo misurando 16 indicatori fra cui: la quantità di energia consumata per alimentare i processi produttivi, l’impronta di carbonio, l’impronta idrica, l’ecotossicità, l’eurtrofizzazione delle acque dolci e marine, l’acidificazione e la tossicità umana.
I risultati relativi all’impronta idrica di Eurojersey, che determina l’impoverimento delle risorse di acqua da attività umane svolte in un determinato territorio, rivelano che su un metro quadro di tessuto tinto l’impatto ambientale dell’azienda è risultato pari a 1,3 -4,1 metri cubi di acqua mentre per la stampa il range è stato di 3,01 -15,42 metri cubi di acqua. Considerando che l’impronta determinata da una bottiglia di 0,75 lt di vino fermo è pari a 1,27 metri cubi di acqua, il suo impatto risulta paragonabile quindi all’impronta ambientale di un metro quadro di tessuto.
L’impronta energetica di Eurojersey, invece, ha messo in luce che un metro quadro di tessuto tinto ha prodotto da 17,28 a 47,07 MJ, mentre il tessuto stampato da 23,69 a 112,82 MJ. Tale impatto è confrontabile con quello associato a un’auto Euro 5 che percorre 10 km pari a 49,1 MJ.
Il conseguimento della PEF si inserisce all’interno di un processo volto a ridurre i consumi l’impatto ambientale.
Con una filiera produttiva a ciclo verticalizzato completamente Made in Italy, l’azienda lombarda nell’ultimo anno ha riutilizzato ben 30 milioni di litri acqua nel proprio processo produttivo con un risparmio energetico di oltre 200 TEP (tonnellate equivalenti di petrolio). Inoltre, grazie agli ultimi interventi di efficientamento, ha ridotto i consumi di gas metano di circa 350mila metri cubi corrispondenti a meno 700 tonnellate di Co2.
Riduzione degli scarti di lavorazione, ottimizzazione dei metodi di tintura e di stampa e una gestione attenta del packaging consentono ogni anno di risparmiare f 4mila metri di cellophane e 9mila tubi di cartone da imballaggio.