Distretto della calza: il rilancio passa da innovazione e collaborazione
Nel futuro del Distretto della calza di Castel Goffredo ci sono sei parole chiave: fiducia, governance, cultura del valore, innovazione, competenze e mercati.
Il futuro delle imprese lombarde specializzate nella produzione di calzetteria, cioè, dipende, almeno in parte, dalla volontà degli imprenditori del settore di innovare e di collaborare, innanzitutto tra di loro, creando reti e aggregazioni, e in seconda battuta coinvolgendo le istituzioni politiche .
È questo, in sintesi, quanto è emerso nel corso del convegno “Costruire il futuro del distretto industriale di Castel Goffredo. Insieme” organizzato dal Credito Padano, insieme ad Adici e al Centro Servizi Impresa.
L’evento ha analizzato i risultati la ricerca svolta dal Cersi (Centro di Ricerca per lo Sviluppo Imprenditoriale dell’Università Cattolica) sul passato il presente e il futuro della calzetteria di Castel Goffredo.
Alcuni dati che emergono dall’indagine confermano la situazione di particolare difficoltà in cui versa il Distretto della calza da circa dieci anni: nel periodo 2009-2018, ad esempio, nei 15 comuni che fanno parte del Distretto si è passati da 315 aziende operanti nel settore della calzetteria e dell’intimo, inclusa la preparazione e la filatura delle fibre tessili, la tessitura e il finissaggio dei tessili, a 236 attività (-25,1%). Nello stesso periodo, il numero di addetti è diminuito del 42,2%, passando da 9.181 a 5.310 lavoratori.
Anche sul fronte dell’export i dati non sono positivi: complessivamente le vendite oltre confine sono passate da 641,8 milioni di euro del 2009 a 486,2 milioni di euro del 2018. Il calo più consistente è stato registrato dai collant inferiori ai 60 denari. Risultano invece in controtendenza le esportazioni delle calze a compressione graduata: dopo il calo registrato dal 2011 al 2013, l’export di questi articoli ha avuto un andamento positivo, raggiungendo i 50,79 milioni di euro nel 2018, contro i 41,52 dell’anno precedente. Questa tipologia di prodotto si distingue anche nell’analisi dei ricavi aggregati: mentre dal 2008 al 2017 i produttori di collant hanno visto diminuire questa voce, per le aziende specializzate in articoli medicali e in calze maschili il trend è positivo.
Anche a fronte di questi risultati, sebbene sia insito nella natura di un prodotto e di un distretto vivere una fase di declino questo non è inarrestabile a patto di pensare a nuovi prodotti e a nuovi modelli di business per le imprese.
L’esperienza delle aziende del Distretto della calza di Castel Goffredo è ricco di esempi in questo senso: la private label, il seamless, la calza medicale sono esempi di innovazione introdotti in passato.
Ora le nuove frontiere sono date dalla sostenibilità e dal benessere. Per questo è necessario che le imprese si aprano a nuove competenze che diano valore aggiunto e che si possono intercettare anche fuori dal distretto.
Sul numero di novembre/dicembre di Intimo Retail verrà pubblicato un approfondimento.