Nove mesi difficili per il Tessile-Moda: positivo solo il 2° trimestre (+1,5%)
Il Tessile-Moda chiude i primi nove mesi del 2019 con due trimestri in area negativa: il periodo gennaio-marzo si è concluso con un -0,3%, senza distinzioni di rilievo tra ‘monte’ e ‘valle’.
Il secondo quarter, invece, registra una modesta variazione positiva: +1,5%, in questo risultato però il Tessile segna un calo del 2,5%, mentre il comparto Moda fa registrare un aumento pari al 3,8%.
Per il trimestre luglio-settembre le 90 aziende analizzate dal Centro studi di Confindustria moda per l’indagine congiunturale prospettano una contrazione media del 2,9%. In questo caso la maggior sofferenza riguarda le imprese tessili (-4,7%), mentre quelle della moda riportano un -1,8%.
Per quel che riguarda invece le performance sul mercato interno e su quelli esteri, il primo trimestre segna un -5,6% delle vendite in Italia, cui si contrappone un incremento oltreconfine (+4,8%).
Il secondo trimestre vede una decelerazione della flessione sul mercato interno (-0,6%), mentre il fatturato estero cresce del 6,6%, sostenuto dalle vendite del “valle”.
Infine, sulla base dei dati previsionali forniti dalle aziende a panel per i mesi luglio/settembre si stima una flessione dell’8,4% in Italia. Di contro, l’estero cresce del 2,2%, sintesi tuttavia di un calo del 4,7% per le imprese tessili e, viceversa, di un incremento pari al 6,3% per le imprese del “valle”.
Sulla base dei dati Istat ad oggi disponibili, nei primi sette mesi del 2019 il Tessile-Moda italiano archivia una dinamica positiva del commercio con l’estero: la variazione è del 4,9%, superando i 19,3 miliardi di euro.
I due macro-comparti della filiera presentano, tuttavia, un andamento dicotomico in termini di export: le vendite estere dell’industria tessile calano dell’1,4%, mentre quelle di abbigliamento evidenziano una crescita pari all’8,2%. Best performer risulta la maglieria, in crescita del 12,2%. L’abbigliamento confezionato archivia un incremento pari al 6,7%. La calzetteria, invece, flette dell’8,3%.
Sotto il profilo geografico, nel periodo gennaio-luglio 2019 le vendite destinate sia alle aree UE (+3,8%) sia alle aree extra-UE (+6,3%) si muovono in territorio positivo, pur su ritmi diversificati.
Esaminando più diffusamente le principali destinazioni dell’export di Tessile-Moda Made in Italy, Germania e Francia, primo e secondo mercato, presentano rispettivamente un decremento dell’1,0% e un aumento del 7,3%. A seguire, in terza posizione, la Svizzera (+26,4%) che ha superato non solo il Regno Unito ma anche gli Stati Uniti. L’export diretto nel Regno Unito – nonostante le criticità legate alla Brexit – evidenzia un +12,1%.
Relativamente alle piazze asiatiche, nel periodo analizzato le esportazioni verso Hong Kong (prima, quindi, del precipitare della situazione politica) frenano al -0,2%, mentre quelle verso la Cina Continentale crescono del +6,8%; soddisfacenti si rivelano anche il mercato nipponico, che archivia un +12,1%, e la Corea del Sud, in aumento del +14,8%.
Infine, il mercato russo, dopo l’assestamento (-0,3%) del gennaio-luglio 2018, chiude i primi sette mesi dell’anno flettendo del 5,2%. I più recenti dati – pur provvisori – diffusi da ISTAT e relativi al mese di agosto indicano la prosecuzione del trend dicotomico delle esportazioni di Tessile e Abbigliamento. In particolare, l’export tessile, in peggioramento rispetto alla contrazione segnata nei sette mesi, fletterebbe del -2,5% nel cumulato ad agosto; l’Abbigliamento, di contro, accelererebbe al +9,1%.2