Il lino è una fibra naturalmente ecosostenibile. Lo conferma uno studio di Centrocot
Il lino è una fibra tessile a basso impatto ambientale. Lo confermano i risultati di uno studio che la Sezione Lino di Sistema Moda Italia, in collaborazione con la Confederazione Europea del Lino e della Canapa (CELC), ha commissionato a Centrocot, la struttura che svolge attività quali test di laboratorio, ricerca, supporto tecnico, sperimentazione e formazione.
L’indagine, i cui risultati sono stati presentati a Milano Unica, ha misurato l’impatto ambientale della filiera del lino utilizzando un campione di aziende (Terre de Lin, Linificio e Canapificio Nazionale, Giovanni Clerici & Figli, Albini Group, Rivolta Carmignani e Tintoria Vago) che fanno parte della filiera certificata Masters of Linen, un marchio registrato e segno di eccellenza per il lino Made in Europe, dal campo al filato al tessuto.
Per rappresentare le due parti più significative della filiera Master of Linen, l’abbigliamento e la biancheria, sono stati analizzati due prodotti: la camicia da uomo e la tovaglia per un tavolo da sei persone, due articoli che sono confrontabili anche in termini di impiego di mq di stoffa e di pesi.
Tutte le aziende in filiera hanno condiviso i loro dati per costruire il modello d’impatto ambientale fondato sull’analisi di consumo energetico (elettricità, gas naturale) e consumo di acqua; utilizzo di prodotti chimici (tipo e composizione); packaging utilizzati; emissioni.
L’analisi ha rilevato che il lino è una fibra naturalmente ecosostenibile: il suo impatto ambientale è risultato mediamente basso rispetto a tutti i fattori ambientali analizzati, anche se messo a confronto con tutti gli altri tessuti tradizionali come cotone, lana, poliestere e viscosa. Si tratta infatti di una fibra che rispetta gli ecosistemi, non ha bisogno di irrigazione perché per crescere le basta l’acqua piovana, non richiede fertilizzanti e defoglianti e utilizza risorse rinnovabili nell’ “energy mix” della sua fase produttiva, caratterizzata anche dall’impiego di pochissimi prodotti chimici.
Durante il seminario in cui sono stati illustrati i risultati della ricerca, sono stati presentati anche i prodotti nati dal lavoro di ricerca e sviluppo delle aziende associate alla Confederazione Europea del Lino e della Canapa.
Il loro impegno ha dato vita a interessanti tessuti di lino invernale, grazie a sapienti mischie con lana, cashmere, alpaca, ma anche in 100% lino smerigliato o follato come una flanella. I finissaggi evolvono e anche il lino diventa impermeabile, senza uso di formaldeide e fluoro. Lo “stropicciato”, in passato considerato un difetto accompagna oggi tessuti tecnici performanti o si esprime nei lini lavati, ben inseriti sia nell’abbigliamento che nella casa.
Di grande interesse i lini stretch e bi-stretch, oggi finalmente con superfici perfettamente lisce e vestibilità performante. Anche la maglia di lino, jersey o tricot, è particolarmente ricercata perché risponde ai criteri di naturalezza, comfort e sostenibilità richiesti.
Infine, anche il lino Bio entra sempre più a far parte delle collezioni tessili: la stampa è pregiata, a colori brillanti, con tinture attente al consumo di acqua e di energia.