Osservatorio Fashion & Emergenza Sanitaria: le richieste dei consumatori per il post emergenza
Dai risultati dell’Osservatorio Fashion & Emergenza Sanitaria realizzato da Sita Ricerca e relativo alla settimana dal 16 al 22 marzo si evince come per il periodo «post emergenza» i consumatori intendono rafforzare alcuni comportamenti emersi già dalle rilevazioni precedenti (settimana dal 2 all’8 marzo e settimana dal 9 al 15 marzo).
Ad esempio, nella settimana dal 16 al 22 marzo aumenta la quota di coloro che per quel che riguarda il futuro, dichiarano di voler andare in negozio solo per reale necessità (31,6%, contro il 22,7% della settimana precedente), accompagnata dall’impegno a voler evitare le situazioni di affollamento (31,8% vs 25,4%).
Cresce anche la quota di quanti eviteranno i centri commerciali (11,1% vs 9,3%) e di coloro che per lo shopping torneranno nei negozi situati in città (7,4% vs 7%).
L’Osservatorio Fashion & Emergenza Sanitaria conferma inoltre che tra i consumatori aumenta la richiesta di valorizzazione del prodotto Made in Italy (23,7% vs 17,8%).
Altri temi su cui i cittadini insistono per quel che riguarda il futuro dei punti vendita di abbigliamento sono l’attenzione all’igiene (46,8% vs 44,7%), a un ambiente pulito e sanificato (50% vs 47,9%), la regolamentazione degli accessi (33,6% vs 29,4%) e il controllo del comportamento della clientela.
Sul fronte della situazione attuale, in cui i punti vendita di abbigliamento sono chiusi, l’Osservatorio Fashion & Emergenza Sanitaria conferma che i consumatori sono sempre più orientati a rimandare l’acquisto di prodotti di abbigliamento alla conclusione dell’emergenza. : 53,8% degli intervistati, contro il 43% della settimana precedente
Inoltre, si riduce significativamente la propensione ad acquistare online anche in caso di necessità: nella settimana dal 16 al 22 marzo, la quota che rappresenta questi consumatori si attesta al 42,4%, contro il 50,4% della settimana precedente. Nel periodo considerato la quota dei nuovi eshopper, invece, è analoga a quella della settimana precedente (3,8%). Tra gli abitué degli shop online, invece, aumenta sensibilmente la quota di coloro che dichiarano di acquistare meno di prima: 54,1% contro il 37,3% della settimana precedente, mentre cala sia il numero dei consumatori che online comprano tanto quanto in passato (33,6% vs 48,2%), sia quello relativo agli eshopper che durante l’emergenza acquistano più di prima (12,3% vs 13,3%).
All’origine di questi comportamenti ci sono anche i disservizi legati agli acquisti online e rappresentati soprattutto dai tempi di consegna: per il 33,2% degli intervistati non sono garantiti e per il 24,5% si sono allungati troppo. Cala al 24% al quota di coloro per i quali funziona tutto regolarmente, contro il 35% della settimana precedente.
Per far fronte a questa situazione, le marche intensificano la comunicazione, in particolare con iniziative legate a sconti e vantaggi sugli acquisti online: solo il 31% non ne è a conoscenza (la settimana scorsa era il 44%).
Infine, l’Osservatorio Fashion & Emergenza Sanitaria rileva che tre italiani su quattri sono a conoscenza di aziende di abbigliamento che hanno riconvertito la produzione a supporto del personale sanitario, lodando molto l’iniziativa. Il 17% ricorda anche il nome dell’azienda di abbigliamento che ha effettuato quest’operazione.