Borghi (FederModa): “A rischio la stabilità finanziaria dei punti vendita della moda”
Per i punti vendita della moda, l’emergenza attualmente in corso rischia di “fagocitare 15 miliardi di euro di consumi, 8mila punti vendita con 21.500 addetti”, a parlare è Renato Borghi, presidente di Federazione Moda Italia-Confcommercio che torna a mettere sotto i riflettori il retail del fashion che, oggi, in Italia conta 115mila attività al dettaglio con 313mila posti di lavoro. Costituito soprattutto da imprese di piccole dimensioni, negli ultimi otto anni, questo settore ha perso 52mila punti vendita a fronte di sole 26mila nuove aperture.
“L’urgenza è pertanto quella di rispondere alle difficoltà di flusso di cassa incontrate da aziende che fanno della stagionalità il proprio modello di vendita. Oggi è a repentaglio la stabilità finanziaria delle nostre attività”, spiega Borghi in una nota stampa diffusa l’8 aprile. “Ecco perché sarà importante ripartire il più presto possibile, non appena i dati di diffusione del contagio lo consentiranno, mantenendo l’impegno dei negozi a garantire, con tutti i dispositivi di prevenzione previsti, la salute collettiva e il distanziamento sociale all’interno e all’esterno dei punti vendita. I nostri store non sono, infatti, luoghi di aggregazioni di massa e gli operatori del dettaglio moda, avendo acquistato prodotti nove mesi fa e dovendoli vendere in una stagione ‘strozzata’, hanno bisogno di ritornare quanto prima al lavoro, organizzare l’attività e iniziare a vendere per far fronte agli impegni con i dipendenti, i fornitori, i proprietari immobiliari”. Infine, Renato Borghi, auspica anche che “da questa crisi globale, possa scaturire anche un rinnovato modello di filiera, per adattare i tempi della moda all’attuale livello “slow” di consumo, già a partire dallo spostamento dei tempi di consegna delle collezioni Autunno/Inverno 2020/21 e degli ordini della Primavera/Estate 2021″.
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