Confesercenti ricorre al Tar: no alla chiusura dei negozi nei centri commerciali
Confesercenti ha presentato un ricorso al Tar del Lazio contro la chiusura durante il weekend dei negozi situati all’interno dei centri commerciali della zona Gialla stabilita dal DPCM del 3 novembre 2020.
Per l’associazione, si tratta di “un provvedimento contraddittorio e gravemente penalizzante, che non rispetta i principi di adeguatezza e proporzionalità e che si accanisce solo ed esclusivamente su una porzione di esercenti commerciali, scelti in modo del tutto arbitrario, perché stabilisce la chiusura dei negozi solo sulla base della dislocazione. Negozi della stessa tipologia, all’esterno dei centri commerciali, potranno infatti rimanere aperti”, si legge in una nota stampa diffusa da Confersercenti il l0 novembre.
La chiusura dei negozi nei centri commerciali potrebbe essere anche controproducente sotto il profilo della sicurezza. Nell’istanza presentata dall’associazione al tribunale amministrativo del Lazio Confesercenti infatti scrive: “La chiusura solo di alcuni esercizi determinerebbe un proporzionale rischio di maggiore affollamento presso quelli che vendono i medesimi prodotti e rimangono aperti, determinando anche, sotto il profilo concorrenziale, il correlativo spostamento di clientela, in ipotesi anche definitivo, da un esercizio costretto a rimanere chiuso ad altro esercizio che vende gli stessi prodotti ma rimane aperto, con un concreto rischio di perdita di avviamento”.
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“Non si tratta di entrare nel merito delle scelte governative ma di contestare sotto più profili la violazione dei limiti e criteri imposti dallo stesso legislatore e, in definitiva, l’irrazionalità della misura. Per questo chiediamo l’immediata sospensione del provvedimento”, commenta la presidente nazionale di Confesercenti Patrizia De Luise. “Avevamo già annunciato l’intenzione di ricorrere al Tar, con l’obiettivo di ribadire che va garantita l’equità tra le imprese, e che anche quelle di minori dimensioni debbano essere rispettate. I provvedimenti adottati dal governo con gli ultimi DPCM e con i due Decreti Ristori contengono incongruenze e gravi dimenticanze. Un pasticcio che si sarebbe potuto evitare se i rappresentanti delle imprese fossero stati preventivamente ascoltati. L’odierna azione è stata decisa proprio in quanto non è stato possibile avere una efficace interlocuzione preventiva sulle misure”.