Saldi invernali 2021: al via dal 4 gennaio, in ordine sparso
Inizio in ordine sparso per i saldi invernali 2021. Oggi, lunedì 4 gennaio prendono il via in Abruzzo, Calabria, Basilicata, Valle d’Aosta e Molise. Nelle ultime tre regioni, però, i saldi invernali sarebbero dovuti iniziare il 2 gennaio, ma la zona rossa ha posticipato l’evento. Ma il 4 gennaio, si trova in mezzo ad altri due giorni da lockdown totale: il 5 e il 6 gennaio. Quindi, in queste tre regioni, bisognerà attendere il 7 gennaio per entrare nel vivo dei saldi invernali.
Nella stessa giornata anche in Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Puglia e Sicilia prenderanno il via le vendite a prezzi scontati. A queste regiioni si aggiunge anche la Sardegna dove le svendite avrebbero dovuto iniziare il 5 gennaio e, forse, la Campania.
Entro la fine del mese (9/01 Umbria, 12/01 Lazio, 16/01 Marche e Provincia autonoma di Bolzano, comuni turistici esclusi, 29/01 Liguria, 30/01 Emilia Romagna, Toscana e Veneto), in ordine sparso, in tutte le regioni inizieranno i saldi invernali 2021.
Saranno più di 15 milioni le famiglie che faranno shopping approfittando degli sconti: ogni persona spenderà circa 110 euro, per un totale complessivo di 4 miliardi di euro contro i 5 miliardi del 2020. Sono questi, secondo le stime dell’Ufficio Studi Confcommercio, i numeri dei saldi invernali 2021.
“Il Decreto di Natale, inoltre, ha creato nuove incertezze anche sulle date di avvio dei saldi con un rischio evidente di arricchire ulteriormente i soli colossi del web, se non verranno posticipati almeno alla riapertura dei punti vendita fisici”, ha dichiarato Renato Borghi, Presidente di Federazione Moda Italia Confcommercio. “Il 2021 inizierà comunque con un gennaio di saldi del buon auspicio, perché rappresentano un volano d’affari importante per l’economia e soprattutto un’opportunità per i consumatori che possono acquistare i prodotti tanto desiderati a prezzi ribassati. Ai negozi servono per incassare la liquidità necessaria per pagare tasse, dipendenti, fornitori, affitti, costi fissi e utenze, ma anche per far fronte agli investimenti necessari agli ordinativi delle nuove collezioni. Tuttavia, non rappresentano certo un momento di sviluppo perché erodono una marginalità divenuta sempre più di sopravvivenza. E’ importante che l’Italia non si fermi ancora perché un nuovo lockdown rappresenterebbe un danno irreparabile per il settore moda. L’invito è poi rivolto ai consumatori per un acquisto in sicurezza e sostenibile, a kilometro zero presso i negozi di prossimità”.