Confimprese: saldi invernali al palo. Vendite in calo del 33% dal 4 al 17 gennaio
Nelle regioni in cui i saldi invernali sono iniziati il 4 gennaio, allo scorso 17 gennaio le vendite hanno registrato un calo del 32,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Sembra aver poco appeal anche lo sforzo promozionale che si attesta su un range di sconto medio del 34%.
A renderlo noto è il Centro studi retail di Confimprese. L’indagine conferma che i risultati registrati dal 4 al 17 gennaio non sono molto diversi da quelli riportati dalle regioni in cui i saldi non sono ancora partiti: in queste aree, infatti, il calo delle vendite si attesta al 35,3%. Il trend negativo riguarda in particolare i settori beauty (-45%) e l’abbigliamento (-42,8%).
“I saldi non riescono a controbilanciare l’andamento negativo dei consumi. La speranza di recuperare nel periodo natalizio parte delle vendite perse a causa del primo lockdown, garantendo così la sopravvivenza delle nostre imprese e dei posti di lavoro, non si è purtroppo concretizzata”, spiega Mario Resca, presidente di Confimprese. “I saldi invernali non potranno ricompensare la perdita di 15 miliardi di ricavi nei mesi di novembre e dicembre. I magazzini sono pieni di merce che rischia di rimanere invenduta”.
Per quanto riguarda i canali di vendita, l’indagine di Confimprese rivela che le performance più significative si sono concentrate nei centri città, specificatamente in Lombardia e Piemonte. Tuttavia, sui comportamenti dei consumatori continuano a influire l’impatto economico ed emotivo dell’emergenza sanitaria: le rilevazioni del Termometro Innovation Team-Cerved per Confimprese mostrano che quattro famiglie su dieci dichiarano che non faranno acquisiti durante i saldi.
Anche nelle regioni dove i saldi devono ancora partire, il 36,5% prevede di non approfittare dell’occasione per fare compere. Tra coloro che hanno già approfittato dei saldi o pensano farlo a breve, il 44,7% diminuirà la spesa di circa 100 euro con uno scontrino medio di 191 euro contro i 280 del 2020.
Per un consumatore su due il motivo di questa contrazione è nelle difficoltà economiche ma un italiano su tre non è invogliato a fare acquisti nel contesto emergenziale. Infine, il Termometro Innovation mostra che torna ad aumentare il pessimismo a proposito dei prossimi mesi (35,5%) dopo il netto miglioramento avvenuto a dicembre in seguito all’annuncio della disponibilità di un vaccino contro il Covid: più ottimisti solo il 14,9% degli italiani.