Centri storici: dal 2012 al 2020 hanno chiuso oltre 19mila negozi (-14,6%)
Tra il 2012 il 2020 in Italia hanno chiuso i battenti oltre 77mila attività di commercio al dettaglio (-14%) e circa 14mila imprese di commercio ambulante (-14,8%): le prime sono passate da 551.317 a 474.241; mentre le seconde da 93.810 a 79.957.
Questi sono alcuni dei dati che emergono dall’analisi dell’Ufficio Studi di Confcommercio sulla “Demografia di impresa delle città italiane” che analizza, in particolare, i dati relativi a 110 comuni di medie dimensioni capoluoghi di provincia (o ex capoluoghi) e 10 comuni non capoluogo più popolosi.
Proprio in merito a queste due tipologie di centri urbani, l’indagine rivela che dal 2012 al 2020 il trend relativo alle chiusure delle attività commerciali, in sede fissa o ambulante, è pressoché analogo al dato nazionale: -14,6% per i punti vendita, il cui numero è passato da 135.386 a 115.561 attività; -18,7% per gli ambulanti, passati da 21.874 imprese a 17.786.
In particolare, dal 2012 al 2020 si è verificato un cambiamento del tessuto commerciale che verrà ulteriormente enfatizzato dagli effetti provocati dalla pandemia: se per il commercio in sede fissa, tiene in una qualche misura la numerosità dei negozi di base come gli alimentari (-2,6%) e quelli che, oltre a soddisfare bisogni primari, svolgono nuove funzioni, come le tabaccherie (-2,3%), crescono invece in modo significativo i punti vendita di tecnologie e comunicazioni (+18,9%) e le farmacie (+19,7%), ma risultano in calo il numero delle altre tipologie di punti vendita che lasciano i centri storici per i centri commerciali o per le zone periferiche. Le riduzioni variano dal 17%, relativo al settore dell’abbigliamento al 25,3% per libri e giocattoli, dal 27,1% per mobili e ferramenta fino al 33% per le pompe di benzina.
Inoltre, la pandemia ha acuito alcune tendenze e ne ha modificate altre: nel corso del 2021, infatti, secondo l’analisi dell’Ufficio Studi di Confcommercio nei centri storici dei 110 capoluoghi di provincia e in altre 10 città di media ampiezza, oltre ad un calo ancora maggiore per il commercio al dettaglio (-17,1%), si registrerà per la prima volta nella storia economica degli ultimi due decenni anche la perdita di un quarto delle imprese di alloggio e ristorazione (-24,9%).
Tra le attività di vendita al dettaglio, nei centri storici il canale dedicato all’abbigliamento potrebbe perdere 4.238 store (-19,9%).