Confcommercio: al via la campagna “Il futuro non (si) chiude”
Prende il via oggi, mercoledì 24 marzo, la campagna di Confcommercio “Il futuro non (si) chiude” che sarà veicolata sui canali social dell’associazione con l’hashtag #ConfcommercioCè. L’iniziativa coinvolge tutto il sistema confederale attraverso le associazioni territoriali e le federazioni di categoria con un unico format.
La campagna “Il futuro non (si) chiude” farà da cornice a iniziative di vario genere sui territori con l’obiettivo di informare in maniera capillare quali sono stati i reali danni alle imprese del terziario di mercato e rafforzare le richieste di Confcommercio al Governo per ristori più robusti, più inclusivi e più tempestivi. Per l’operazione sono stati realizzati un video e alcuni scatti fotografici d’autore dal forte impatto emotivo che mostrano, nel modo più realistico possibile, gli effetti della pandemia soprattutto nel commercio, nel turismo e nella cultura.
Duplice l’obbiettivo dell’iniziativa: richiamare l’attenzione sulla drammatica situazione che stanno vivendo gli imprenditori dei settori più colpiti dalla pandemia, turismo, ristorazione, comparto culturale e ricreativo, abbigliamento, trasporti, professioni; lanciare un messaggio forte sulla voglia di ripartire per consentire alle imprese, la cui attività è ancora ferma o drasticamente ridotta dalle restrizioni, di poter riaprire, laddove possibile, in sicurezza ed evitare così la chiusura definitiva e la perdita di posti di lavoro.
Secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio, nel 2020 sono andati persi 160 miliardi di euro di Pil e quasi 130 miliardi di consumi e sono sparite dal mercato circa 300mila imprese del commercio non alimentare e dei servizi, di cui circa 240mila esclusivamente a causa della pandemia, e 200mila attività professionali.
Tra i settori più colpiti, la ristorazione con perdite di fatturato pari a 38 miliardi, la filiera del turismo con una perdita di valore della produzione di 100 miliardi, il settore abbigliamento e calzature con 20 miliardi di consumi in meno e il comparto culturale e ricreativo dove, tra cinema e spettacoli dal vivo (musica, teatro, lirica, danza), le perdite hanno superato 1 miliardo.
La campagna “Il futuro non (si) chiude” parte proprio da questi drammatici numeri per evidenziare la necessità e l’urgenza di mettere il sistema in condizione di ripartire in sicurezza attraverso strategie che consentano di far convivere salute e lavoro. E il “cuore” di questa iniziativa – oltre alle immagini – è un documento di proposte che rappresenta il contributo di Confcommercio per la definizione di un possibile piano di riforme e investimenti che utilizzi al meglio il PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza).