Action culottée: i dettaglianti di intimo francesi protestano per far riaprire le loro attività
In Francia, la protesta dei dettaglianti di intimo e beachwear contro la chiusura delle loro attività va sotto il nome del gruppo Facebook “Action culottée”.
In seguito alla decisione del Governo francese di chiudere al pubblico le attività commerciali non essenziali, inclusi i negozi di intimo e costumi da bagno, per arginare la diffusione del Covid-19, i retailer d’Oltralpe si sono organizzati per dar vita a una vera e propria protesta: dal 19 aprile, hanno iniziato a spedire al primo ministro francese Jean Castex una “mutanda del malcontento”.
Con questa iniziativa, gli imprenditori francesi vogliono portare all’attenzione dell’opinione pubblica e della politica la situazione critica in cui versano centinaia di negozi di biancheria intima in tutta la Francia a causa della pandemia di Covid-19.
Come si legge in una nota stampa pubblicata sul gruppo Facebook Action culottée: “Fioristi, librai, parrucchieri e negozi di dischi sono stati relegati alle cosiddette attività essenziali. Ma le mutandine? Non è una questione di igiene e protezione? Non è la prima cosa che ci mettiamo la mattina per vestirci? Sentiamo tutti un fortissimo senso di ingiustizia! Siamo ben consapevoli del rischio legato alla trasmissione del virus. Dall’inizio della pandemia, abbiamo osservato scrupolosamente il protocollo raccomandato dal Governo. Nonostante questo, siamo costretti, ancora una volta, ad abbassare le saracinesche!”. Da qui la scelta di sollecitare il governo, inviando una “mutanda del malcontento a Matignon!”.
Nella stessa nota, Action culottée ribadisce come nelle piccole superfici, a differenza dei grandi store, è possibile “regolare il flusso di visitatori in modo preciso. […]. L’ingiustizia sentita è tanto più acuta in quanto molti supermercati non hanno chiuso il loro reparto di biancheria intima. Non possiamo accettare questa concorrenza sleale eppure agita dal Governo. Ciò che vogliamo soprattutto è l’equità! Chiediamo quindi la riclassificazione della biancheria intima come prodotto essenziale e quindi la riapertura dei negozi interessati. In alternativa, vorremmo l’autorizzazione di incontri fisici e individuali con i clienti”.
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Nel caso in cui le richieste avanzate non vengano accolte, Action culotté chiede un intervento di supervisione sui saldi estivi: “Come possiamo sperare di sopravvivere se dopo due mesi di chiusura i grandi rivenditori e i giganti del web cominciano a offrire le loro collezioni a prezzi stracciati come nel 2020? […]. La verità è che siamo tutti essenziali. Il commercio locale è prezioso. Contribuisce all’economia locale e dà vita ai nostri comuni. Rafforza il tessuto sociale delle città e dei villaggi. Siamo gli animatori dei centri cittadini, i confidenti delle persone sole o anziane, i distributori di felicità ai nostri clienti, l’orgoglio dei nostri sindaci”.