Cikis: il 90% circa delle aziende italiane di moda investe in sostenibilità
Attualmente l’89% delle aziende di moda italiane investe in sostenibilità, il 45% in più rispetto al 2020. L’anno scorso, infatti, solo il 61,2% di queste imprese stava lavorando sulla sostenibilità o aveva in programma di farlo. Il 59,8% lo fa per ragioni di competitività e il 22,7% per richieste da parte dei consumatori. Sono questi alcuni dei dati che emergono dal Report su Moda e Sostenibilità 2021 elaborato da Cikis, società che offre consulenza a brand e aziende di moda per intraprendere percorsi di trasformazione sostenibile. L’indagine è stata svolta su un panel di 100 aziende (di cui 10 di intimo), selezionate tra quelle con fatturato superiore a 1 milione di euro.
Evidentemente la pandemia e il cambiamento climatico hanno stimolato le aziende a rivedere le proprie priorità, lasciando sempre più spazio alla sostenibilità. Tuttavia, il 45% di quelle intervistate ha un’errata percezione del proprio livello di sostenibilità: il 78% di esse, infatti, dichiara di aver avuto delle difficoltà legate, ad esempio, al processo di implementazione, ai costi e all’organizzazione di un’efficace campagna di comunicazione. Alcuni evidenziano anche di aver affrontato degli insuccessi, che per il 65% dei casi sono dovuti alla mancanza di competenze interne.
Il livello di attenzione a politiche di sostenibilità è in aumento, ma non è ancora sufficiente: è questa la conclusione del report di Cikis, in cui è stato evidenziato che il 28% delle aziende intervistate si trova a un livello base di sostenibilità, il 41% a un livello intermedio e il 31% a un livello avanzato. I livelli di sostenibilità delle aziende sono stati definiti in base al numero delle pratiche di sostenibilità intraprese e alla rilevanza della pratica. Il cambio del packaging e la comunicazione, ad esempio, se non associate ad altre misure, hanno poco peso sull’impatto ambientale e sociale.
All’aumentare del fatturato, aumenta il numero di pratiche rilevanti implementate: Il 33,3% delle piccole imprese si trova a un livello base di sostenibilità, il 66,5% in più rispetto alle grandi imprese. Il 40% delle grandi aziende si trova a un livello avanzato di sostenibilità, il 42,3% in più rispetto alle piccole imprese.
È aumentata anche l’attenzione alla tutela delle persone e al welfare aziendale: le aziende che stanno lavorando su aspetti sociali sono cresciute di circa il 150%, ma solo il 20% ha dichiarato di ritenere questi temi una priorità aziendale. Anche il trend della circolarità (investire in sistemi di affitto, vendita usato, riparazione o in progetti di design circolare) è in forte crescita, ma la tematica è stata citata come priorità solo dal 7% delle società intervistate.
Infine, le imprese che si affidano a consulenti e si trovano a un livello avanzato di sostenibilità sono il 56,7% in più di quelle non supportate da esperti. Molte aziende hanno una percezione del proprio livello di sostenibilità diversa dal livello effettivo. Il rischio è, nel caso di sopravvalutazione, di incorrere nel greenwashing e, nel caso di sottovalutazione, di perdere occasioni di valorizzazione.
Nel frattempo il consumatore si dirige sempre più verso i prodotti eco-sostenibili: in base al The 2020 Sustainability Fashion Report della società Lyst, le ricerche sul web con la parola chiave “sostenibilità” sono aumentate del 37% e la domanda di capi second hand è aumentata del 45% da novembre 2019 a febbraio 2020.
Per leggere il report completo: https://www.cikis.studio/report/fashion-and-sustainability-2021