Moda donna: nel primo semestre l’export cresce del 27,6%
Il settore della moda donna chiude il primo semestre con vendite all’estero in crescita del 27,6% per un valore totale di 4,3 mld di euro. Se nel primo trimestre si era rivelata una leggera ripresa dell’export con un incremento del 2,6%, nel secondo trimestre la crescita è stata del 72,1%.
Questi sono alcuni dei dati che emergono dall’analisi effettua dal Centro Studi di Confindustria Moda per SMI.
Tutte le merceologie di cui si compone la moda donna evidenziano dinamiche di segno positivo: l’export di maglieria esterna cresce del 38,1%, l’abbigliamento in pelle del 31,7%, le vendite all’estero della confezione segnano un +22,9%, mentre la camiceria aumenta del 16,9%. Le performance migliori si registrano fuori dall’area Ue che vede un aumento del 29,8%, anche se l’export nei paesi dell’Unione europea cresce del 25%.
Tra i primi 15 mercati sbocco, che da soli rappresentano l’81,6% dell’export di moda donna, alla Francia spetta il primo posto, con un’incidenza pari al 13% sul totale esportato di settore, e un aumento del 37,2%; la Svizzera, in primis hub logistico-commerciale per successive riesportazioni in altri mercati mondiali, cresce del 27,3%, la Germania, terzo sbocco, archivia un +18,7%. Una variazione particolarmente accentuata, pari al 98,2%, interessa l’export verso la Cina: il Paese balza così dall’ottava posizione del primo semestre 2019 e 2020 alla quarta del 2021; anche Hong Kong rivela un aumento delle vendite provenienti dall’Italia, nella misura del 35,4%. Gli Stati Uniti si confermano uno dei principali mercati del womenswear e crescono dell’11,9%. Trend favorevole interessa anche l’esportazione verso la Russia, in aumento del 30,1%.
Nel novero dei primi 15 mercati di sbocco della moda donna, solo due restano in territorio negativo nel primo semestre del 2021: il Regno Unito (-2%) e l’Austria (-6,5%).
Se si confrontano i dati dell’export della moda donna nel primo semestre 2021 con i valori registrati nello stesso periodo del 2019 si nota un calo del 2,4%: da gennaio a giugno 2019, l’export complessivo di moda donna aveva superato i 4,4 miliardi di euro; rispetto al livello raggiunto nei primi sei mesi dell’anno in corso. Nel primo semestre di quest’anno sono stati, quindi, riconquistati oltre 900 milioni del miliardo e più perso da gennaio a giugno 2020.
In termini di singolo mercato di esportazione emergono, però, delle differenze circa l’eventuale recupero rispetto al periodo pre-Covid: non tutti i maggiori partner hanno ripianato le perdite dello scorso anno. Se si focalizza l’analisi sulle prime dieci destinazioni, le esportazioni di moda donna verso i primi quattro sbocchi ovvero Francia, Svizzera, Germania e Cina hanno superato i livelli del primo semestre 2019. Per gli altri sei mercati, Stati Uniti, Hong Kong, Spagna, Russia e Giappone, oltre naturalmente al Regno Unito, le vendite italiane risultano ancora inferiori a quelle del gennaio-giugno 2019.
La Svizzera presenta l’aumento più consistente in termini assoluti, superando di 93,4 milioni l’export del primo semestre di due anni fa (+23,8%), seguita dalla Cina (87,8 milioni in più, ovvero +41,1%) e dalla Francia (61,9 milioni in più, cioè +12,5%). Rispetto al periodo pre-Covid risulta in calo l’export verso USA (-20%), Hong Kong (-23,9%), Giappone (-26,2%). Ma le perdite maggiori colpiscono l’export verso il Regno Unito, che arriva a calare di 98,5 milioni (-30,2%).
Anche con riferimento ai segmenti di prodotto, i livelli di export del primo semestre 2021 non sempre raggiungono quelli del corrispondente periodo del 2019. Più in particolare, l’export di maglieria donna supera del +9,4% (ovvero di 130,1 milioni di euro) il dato dei primi sei mesi del 2019. Al contrario, le vendite estere di camiceria e confezione femminile risultano inferiori rispettivamente del -14,2% (-46,6 milioni di euro) e del -7,1% (-183,5 milioni di euro). Chiude l’abbigliamento in pelle al -6,6%.