Nel nuovo decreto legge provvedimenti a favore del fashion retail
C’è soddisfazione in Federazione Moda Italia per quanto prevede il decreto legge approvato il 21 gennaio dal Consiglio dei ministri.
Il provvedimento, che introduce “misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all’emergenza da COVID-19, nonché per il contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico”, infatti, annovera anche il commercio dei prodotti tessili, della moda, del calzaturiero e della pelletteria, articoli di abbigliamento, tra i settori che potranno usufruire di sostegni, incluso il credito d’imposta del 30% sulle rimanenze di magazzino. “Una misura tanto gradita quanto agognata”, si legge nel comunicato stampa diffuso nel pomeriggio del 21 gennaio da Federazione Moda Italia “visto che raccoglie le istanze portate dal 2020 da Federazione Moda Italia-Confcommercio all’attenzione delle Istituzioni per un settore ancora in forte sofferenza e che fatica a ripartire”.
Così ha commentato la notizia Renato Borghi, presidente della Federazione: «Ringraziamo il Governo e tutti gli interlocutori che si sono adoperati per dare attenzione anche alla distribuzione commerciale della moda che, nonostante qualche segnale di ripartenza nel 2021, è tornata a soffrire a seguito di una sorta di quarantena commerciale […]. In questo periodo di difficoltà e di forti preoccupazioni anche per l’incremento dei costi energetici le misure di sostegno, nonostante la dotazione di risorse non corrisponda alle necessità, sono un messaggio positivo che risponde al rischio di vedere anche quest’anno forti eccedenze di magazzino per i negozi di moda, con problemi a cascata su tutta la filiera. Dopo due anni di fortissime riduzioni dei margini, utili soltanto a contenere le perdite di fatturato e a garantire continuità aziendale ai fornitori, i nostri negozi rischiano di non avere più liquidità anche per i forti indebitamenti con Istituti di credito, fornitori, locatori e, in alcuni casi, anche con il fisco. Preoccupa, per il futuro, l’incremento dei costi energetici tanto sulle aziende, che saranno costrette ad aumentare i prezzi, quanto sulle persone che dovranno fare i conti con un portafogli notevolmente alleggerito e con l’ineludibile incremento dei prezzi di prodotti anche di prima necessità. Figuriamoci l’impatto su tutti gli altri consumi con un’impennata dell’inflazione che già a gennaio, secondo le stime di Confcommercio, vola al 4,7%».
In merito al caro bollette, il decreto legge del 21 gennaio stanzia 1,7 mld di euro che vanno ad aggiungersi ai 3,8 mld stanziati per il primo trimestre del 2022 per un totale di 5,5, mld di euro. Questo intervento odierno è maggiormente mirato a sostenere il mondo delle imprese.