Caro energia: dalle associazioni del terziario, 3 misure urgenti
Per far fronte al caro energia, le associazioni del terziario, ANCC-COOP, ANCD-Conad, Confcommercio e Federdistribuzione, hanno identificato tre misure da attuare con urgenza. Le proposte, destinate al Governo e al Parlamento, sono state elaborate in occasione dell’incontro tra i rappresentanti delle associazioni del commercio, che si è svolto il 31 agosto a Roma.
La prima proposta riguarda l’incremento del credito d’imposta per il caro energia elettrica dal 15% al 50% nel caso di aumenti del costo dell’energia superiori al 100%, misura che andrà estesa anche all’ultimo trimestre dell’anno. Seguono l’ampliamento dell’orizzonte temporale per la rateizzazione delle bollette almeno fino a dicembre 2022 e l’incremento fino al 90% della copertura offerta dal Fondo di garanzia per le PMI anche per i finanziamenti richiesti dalle imprese per far fronte alle esigenze di liquidità determinate dall’aumento del prezzo dell’energia elettrica.
Va anche perseguita una maggiore inclusività della misura del credito di imposta rendendola accessibile anche ai soggetti esercenti attività di impresa, arti o professioni con potenza installata inferiore a 16,5 KW.
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Per ANCC-COOP, ANCD-Conad, Confcommercio e Federdistribuzione, inoltre, è necessario proseguire con gli strumenti già messi in campo dal Governo, esonerando gli utenti finali dal pagamento degli oneri generali di sistema, almeno fino a quando i prezzi dell’energia non saranno ritornati ai valori pre-crisi. Occorre, poi, favorire la realizzazione di audit energetici, semplificando le norme e garantendo, in ogni caso, la fase di controllo. Un’attenzione particolare va prestata all’impatto deflagrante degli aumenti in corso sull’economia turistica colpita sia dal caro trasporti, che dall’incremento dei costi di esercizio.
ANCC-COOP, ANCD-Conad, Confcommercio e Federdistribuzione hanno evidenziato anche interventi sul fronte dei carburanti: in merito, suggeriscono di prorogare ulteriormente la riduzione delle accise sui combustibili, nonché l’applicazione dell’IVA al 5% sul metano per autotrazione e potenziare ulteriormente le misure a sostegno di questo carburante. Vanno, inoltre, rafforzati gli specifici interventi varati in favore degli utilizzatori professionali del gasolio per autotrazione (trasporto pesante), che sostanzialmente non traggono alcun beneficio dal taglio dell’aliquota ordinaria dell’accisa.
Infine, per le associazioni del commercio andrebbero riproposti gli interventi “emergenziali” in materia di sospensione temporanea dell’ammortamento annuo del costo delle immobilizzazioni materiali ed immateriali e delle disposizioni in materia di riduzione del capitale per perdite e di riduzione del capitale sociale al di sotto del limite legale. Secondo una stima dell’Ufficio Studi di Confcommercio, entro i primi sei mesi del 2023, a causa di questa impennata dei costi energetici sono a rischio circa 120mila imprese del terziario di mercato e 370mila posti di lavoro. Tra i settori più esposti ai rincari energetici, il commercio al dettaglio, in particolare la distribuzione tradizionale e moderna del settore alimentare, la ristorazione, la filiera turistica, i trasporti che, a seconda dei casi, registrano rincari delle bollette fino a tre volte nell’ultimo anno e fino a cinque volte rispetto al 2019, prima della pandemia. Complessivamente, la spesa in energia per i comparti del terziario nel 2022 ammonterà a 33 mld di euro, il triplo rispetto al 2021 (11 mld) e più del doppio rispetto al 2019 (14,9 mld).
ANCC-COOP, ANCD-Conad, Confcommercio e Federdistribuzione hanno anche elaborato un decalogo con le principali azioni che ogni imprenditore del dettaglio dovrebbe seguire per contrastare il caro energia.
- Spegnere le insegne luminose e le apparecchiature non necessarie in concomitanza con gli orari di chiusura dell’attività commerciale;
- Ridurre l’intensità luminosa del punto vendita e spegnere o ridurre in modo significativo l’illuminazione in ambienti poco frequentati;
- Regolare la temperatura ambientale dell’attività commerciale (riscaldamento/raffrescamento) nell’ottica di contenere i consumi;
- Interrompere la funzione di riciclo dell’aria nelle ore notturne;
- Tenere chiuse le porte di ingresso per evitare dispersioni termiche in assenza di lame d’aria;
- Ridurre la temperatura dell’acqua utilizzata all’interno dei locali;
- Utilizzare in maniera efficiente l’energia elettrica ed il gas naturale per la cottura dei cibi, monitorando i relativi consumi energetici;
- Utilizzare in modo efficiente le celle e i banchi frigoriferi, attraverso un corretto caricamento degli stessi, limitando le aperture allo stretto indispensabile e sensibilizzando anche la clientela a tal fine;
- Utilizzare in modo efficiente gli elettrodomestici in dotazione all’attività commerciale;
- Razionalizzare l’organizzazione del lavoro al di fuori degli orari di apertura al pubblico (pulizie, caricamento banchi, ecc.) al fine di ridurre i consumi energetici.