Nasce Slow Fiber, la rete italiana del tessile sostenibile
Il 23 settembre, in occasione del Salone del Gusto-Terra Madre, è stata presentata Slow Fiber, la rete nata dall’incontro tra alcune aziende virtuose della filiera del tessile e Slow Food, movimento che si è affermato promuovendo il diritto al piacere alimentare, attraverso la ricerca, di ciò che è “buono, pulito e giusto”.
Slow Fiber riprende questi valori: le 16 aziende fondatrici (Oscalito 1936, L’Opificio Serico, Manifattura Tessile di Nole, Maglificio Maggia, Pettinatura di Verrone, Lane Cardate, Quagliotti, Tintoria 2000, Tintoria Felli, Olcese Ferrari, Italfil, Remmert, Pattern, Holding Moda, F.lli Piacenza, Angelo Vasino), infatti, vogliono rappresentare il cambiamento positivo attraverso un processo produttivo sostenibile, volto alla creazione di prodotti belli, sani, puliti, giusti e durevoli.
Obiettivo della rete Slow Fiber è diffondere una nuova etica e cultura del vestire e dell’arredare, divulgando la conoscenza dell’impatto che i prodotti tessili hanno sull’ambiente, sui lavoratori della filiera e sulla salute dei consumatori.
La forza di Slow Fiber risiede nelle aziende e nelle persone coinvolte. Attraverso la loro attività questi operatori dimostrano come sia possibile creare prodotti tessili per vestire e per arredare che, oltre a essere belli, sono sani per chi li usa, puliti perché l’impatto ambientale dei processi produttivi è ridotto il più possibile, giusti perché rispettano i diritti e la dignità dei lavoratori coinvolti nella loro realizzazione, valorizzandone le competenze e i saperi tradizionali, durevoli per allungarne la vita utile, limitare gli sprechi e la produzione di rifiuti.
Nel Manifesto di Slow Fiber si legge: “[…] Oggi si stima che siano prodotti ogni anno oltre 150 miliardi di pezzi di abbigliamento e accessori, di cui quasi la metà rimane invenduta. Non è possibile eliminare il consumismo; è tuttavia possibile modificarne il corso, coniugando l’estetica, l’etica e la qualità di vita, attraverso consumi più consapevoli di prodotti sani, puliti, giusti e durevoli, capaci di emozionare perché legati a valori fondamentali come la tradizione, la qualità, la trasparenza della filiera produttiva che sembrano aver perso di significato e che noi vogliamo promuovere”. I protagonisti di Slow Fiber sono convinti che un modello produttivo e commerciale fondato sulla qualità, sulla circolarità e sulla dignità sia ancora possibile. “Negli stessi decenni profondamente segnati dalla delocalizzazione delle produzioni tessili di massa in paesi con manodopera a basso costo e leggi ambientali più permissive, migliaia di aziende tessili sono rimaste fedeli ai propri valori di filiera trasparente, pulita e giusta, offrendo prodotti che valorizzano i saperi e le competenze del territorio”.