Tracciabilità, sostenibilità e filiera i temi della 59° edizione di Filo
Il 22 febbraio ha preso il via la 59° edizione di Filo, il Salone internazionale dei filati e delle fibre, in scena fino al 23 febbraio negli spazi espositivi di Allianz MiCo – Milano Convention Center. Sostenibilità, tracciabilità e filiera sono le parole chiave di questa edizione, protagoniste degli speech della cerimonia di inaugurazione che ha avuto come tema “Sostenibilità, tracciabilità, filiera – La giusta connessione tra materia prima e prodotto finito”.
Intorno a questo argomento si sono sviluppati gli interventi di Paolo Monfermoso, responsabile di Filo; Pier Francesco Corcione, presidente di ITS TAM Biella ed Elena Chiorino, assessore Istruzione, Lavoro, Formazione professionale, Diritto allo studio universitario della Regione Piemonte. La cerimonia si è conclusa con l’intervista di Giusy Bettoni, Ceo e co-founder di C.L.A.S.S. ad Alan Garosi, co-owner di Fulgar e Pompea.
Monfermoso ha illustrato alla platea i numeri e le novità della 59° edizione di Filo a partire dal numero degli espositori che nel 2023 sono 91, dal cambiamento introdotto nell’Area tendenze e dalla rinnovata collaborazione con Agenzia Ice che ha permesso l’incoming di alcuni importanti buyer esteri.
L’assessore Chiorino, invece, ha puntato i riflettori sull’importanza del Made in Italy e della filiera tessile. «Il Made in Italy è uno dei brand più conosciuti al mondo, siamo l’unica nazione in grado di riconoscersi in questo unico marchio. […] Il tessile, per crescere, deve passare attraverso la valorizzazione delle nostre filiere. Ma se vogliamo essere competitivi dobbiamo essere competenti, per questo in Piemonte stiamo lavorando alle Academy di filiera, un progetto innovativo e trasversale che unisce il mondo del lavoro, delle università, gli Its».
Ed è proprio sul tema della formazione e della competitività che si è focalizzato lo speech di Pier Francesco Corcione, presidente di ITS Tam Biella: «Le persone e la filiera sono al centro del processo di valorizzazione della filiera stessa. Abbiamo bisogno di talenti. Sono convinto che l’evoluzione dell’Its debba essere un’immersione nelle capacità dei giovani che tanto possono dare al settore».
Infine, Giusy Bettoni, Ceo e founder di C.L.A.S.S. ha rivolto alcune domande ad Alan Garosi, co-owner di Fulgar e Pompea. L’intervista è stata un viaggio nella storia delle due aziende italiane: la prima nata negli anni 70 è specializzata nella produzione e nella distribuzione di poliammide 6.6 e di elastomeri ricoperti nei settori tessile e tecnico; la seconda, nota per le sue collezioni underwear e legwear, è stata acquisita da Fulgar nel 2020.
Per entrambi i brand tracciabilità e sostenibilità sono due fattori chiave come ha sottolineato Garosi nelle sue differenti risposte: «L’acquisizione di Pompea è stata una scommessa: abbiamo deciso di assorbire la società, che era già cliente di Fulgar, perché era sotto la lente di altri gruppi esteri. C’era quindi la possibilità che l’azienda non operasse più sul territorio. Fulgar ha sempre cercato di fare investimenti sul territorio. […] Nel rilancio di Pompea abbiamo considerato tre valori: inclusività, sostenibilità e comfort. Sul fronte della tracciabilità siamo stati facilitati dal know how sviluppato in Fulgar: oggi quando un consumatore acquista un collant o un altro prodotto Pompea siamo in grado di dire dove si svolgono tutte le fasi di produzione, a partire dalla filatura. Prima di comunicare al consumatore finale, bisogna essere sicuri di come viene realizzato il capo: questo aspetto è stato il trampolino per cambiare progressivamente l’offerta del brand con innovazioni incrementali. Ora, stiamo lavorando sul fronte dei fornitori per collaborare con partner in linea con i nostri standard. Anche in questo siamo forti dell’esperienza sviluppata con Fulgar: i marchi con cui lavoriamo sono molto esigenti, ma questo ci ha permesso di innovarci».