DDL Concorrenza: esclusa la liberalizzazione di saldi e promozioni
A differenza di alcune indiscrezioni diffuse nei giorni scorsi, il ministro Adolfo Urso ha deciso di non inserire il tema della liberalizzazione delle vendite promozionali e dei saldi all’interno del DDL Concorrenza che verrà portato oggi, martedì 28 marzo, al Consiglio dei ministri. Una decisione che nasce dalla volontà di favorire, su questo tema, il dialogo tra associazioni di categoria e regioni.
Immediate le reazioni positive delle prime. Così Giulio Felloni, presidente di Federazione Moda Italia – Confcommercio, commenta la decisione del ministro: «Ringraziando il ministro Adolfo Urso, apprendiamo con soddisfazione che il tema della liberalizzazione delle vendite promozionali e saldi non sarà oggetto del DDL Concorrenza, dando così seguito alle esigenze di dialogo preventivo con le imprese manifestate da Confcommercio e Federazione Moda Italia. Attendiamo un coinvolgimento diretto in tutte quelle scelte che hanno un impatto sulle imprese della moda. Liberalizzare le promozioni e sottrarre alle regioni la potestà legislativa su date di avvio e durata delle vendite di liquidazione e saldi sono argomenti sicuramente da approfondire a tutela dei negozi, degli addetti alle vendite e dei consumatori. Confidiamo che, per supportare il comparto, si dia seguito alle proposte che Federazione Moda Italia ha presentato al Tavolo della Moda presso il ministero per le Imprese e per il made in Italy».
Analogo il commento di Fismo-Confesercenti che in una nota diffusa il 28 marzo dichiara: «Apprendiamo con soddisfazione, dalle agenzie di stampa, che il ministero per le Imprese e il Made in Italy ha assicurato che nel DDL Concorrenza non ci sarà la norma sulla deregulation totale dei saldi, per favorire un confronto preventivo con le associazioni di categoria e le Regioni. Ci sembra la scelta giusta: le vendite di fine stagione sono un evento utile ai consumatori e alle piccole imprese del commercio, dal valore di circa 8 miliardi di euro l’anno. Cancellarli avvantaggerebbe solo le attività di dimensioni maggiori, dalla Grande Distribuzione alle piattaforme on line, che hanno la possibilità di investire somme cospicue nella promozione».
Con una nota diffusa il 27 marzo, Confesercenti così aveva commentato le indiscrezioni che alludevano a una possibile liberalizzazione delle vendite promozionali e di fine stagione: «Si tratta di un vero e proprio blitz normativo, ancora più grave perché arrivato senza il previo e dovuto confronto con le categorie interessate, che introdurrebbe una deregulation totale delle vendite del commercio. Un provvedimento che non tutela né i consumatori né i negozi della rete distributiva tradizionale, sottrae specifiche competenze delle regioni assegnate dal Titolo V, e costituisce solo un regalo alle piattaforme di vendita online e alla grande distribuzione».