Gruppo La Perla: il tavolo di crisi chiede un piano finanziario entro metà ottobre
Il tavolo di crisi sul Gruppo La Perla che si è svolto il 5 settembre al ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) si è concluso con la richiesta avanzata dal sottosegretario del ministero, Fausta Bergamotto, di ricevere entro metà ottobre un piano finanziario e industriale per far ripartire la produzione a Bologna, oltre all’assicurazione del pagamento degli stipendi di agosto.
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A metà ottobre, Lars Windhorst dovrà illustrare il piano personalmente a Roma. Al tavolo di crisi del 5 settembre, infatti, il finanziere tedesco, che controlla il fondo olandese Tennor, proprietario del gruppo La Perla, ha partecipato in video collegamento insieme a Peter Shaefer, Ceo di La Perla Global Management. In presenza, invece, c’erano Vincenzo Colla, assessore allo Sviluppo economico e Lavoro di Regione Emilia Romagna, le organizzazioni sindacali, il sottosegretario Fausta Bergamotto e Sergio Lo Giudice per la Città Metropolitana di Bologna. Davanti al ministero, il presidio delle lavoratrici e dei lavoratori
«Siamo, come sempre, al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori de La Perla: maestranze che con coraggio e responsabilità insieme alle organizzazioni sindacali stanno gestendo una fase molto complicata», ha dichiarato l’assessore regionale Vincenzo Colla. «Ora serve chiarezza da parte della proprietà sia di tenuta che di reputazione industriale. Il tema oggi non è il piano industriale, ma una road map finanziaria che consenta successivamente di mettere in atto il possibile piano industriale. Pensare di sfruttare il marchio senza l’azienda di Bologna e le sue lavoratrici è inaccettabile. Come è inaccettabile che Lars Windhorst sia uscito dalla riunione dopo essere intervenuto e senza ascoltare i rappresentanti del Governo».
Così invece Sergio Lo Giudice della Città Metropolitana di Bologna: «Ci aspettavamo da questo incontro qualche elemento di chiarezza, ma la chiarezza, che in questa vicenda è sempre stata la grande assente, continua a non esserci. Il sospetto è che si voglia salvare il marchio La Perla e lasciare morire il sito industriale di Bologna, sprecando la grande professionalità presente, ma questo sarebbe inaccettabile. Le 230 lavoratrici dello stabilimento di via Mattei sono in questo momento in un fronte comune e compatto con le istituzioni: Comune, Città metropolitana e Regione. Nessuno pensi di scaricarle in nome di una speculazione finanziaria».