Vendite online: l’AI può ridurre l’impatto ambientale dei resi
I resi e i cambi frutto degli acquisti online generano nel mondo circa 23 milioni di tonnellate di CO2 l’anno, pari all’equivalente delle emissioni annuali di 5 milioni di automobili. Il dato potrebbe aumentare del 25% entro il 2050. Inoltre, i resi contribuiscono all’accumulo di scorte in magazzino e rifiuti in eccesso, gravando sulle discariche. In particolare, si stima che ogni anno finiscano presso le piattaforme ecologiche quasi 6 miliardi di euro di beni restituiti, pari al 10% del totale dei resi.
Queste sono alcune delle evidenze che emergono dal nuovo “Sustainability Report” di iF Returns, piattaforma SaaS che aiuta i merchant a ridurre i rimborsi degli acquisti online trasformandoli in cambi e nuove vendite. In questo contesto, l’industria della moda ha un peso notevole: basti pensare che nel settore fashion, meno dell’1% dei capi viene riciclato e solo il 20% dei rifiuti tessili vengono effettivamente riutilizzati o riciclati.
La gestione dei resi risulta quindi essere una delle sfide più significative per i brand, poiché hanno conseguenze sia sulla logistica sia sull’ambiente.
Inoltre, secondo il report di iF Returns, circa il 45% degli e-shopper che attiva processi di resi tendenzialmente lo fanno a causa di problemi legati alla taglia degli indumenti comprati. Ciò è legato ad abitudini come il bracketing, ossia comprare più taglie o colori e rendere ciò che non va bene. Ma le motivazioni che spingono gli utenti a effettuare restituzioni sono molteplici. Si parla anche di mancata soddisfazione dei capi (15%), problematiche legate alla qualità del prodotto (13%) e inefficienza sulle tempistiche di consegna (6%). Tuttavia, l’attenzione all’ambiente guida le scelte dei clienti in fatto di resi: infatti, se viene comunicato loro che una determinata modalità di reso è più eco-friendly (es. il drop-off a un punto di ritiro invece del ritiro a domicilio), questa viene scelta nel 15% dei casi. Guardando nello specifico ai clienti di iF Returns, si è assistito a un passaggio da un tasso di restituzione a casa del 90% a un tasso del 20% di utilizzo dei punti di ritiro. Il suggerimento di un metodo di reso green, peraltro, si traduce in una riduzione delle emissioni di carbonio del 37%.
«Il panorama attuale della logistica dei resi all’interno del mercato europeo richiede un ripensamento degli approcci tradizionali. È cruciale focalizzare l’attenzione sulla sostenibilità e l’efficienza. L’incorporazione dell’intelligenza artificiale si delinea come uno strumento vitale, offrendo vantaggi quali maggiore efficacia e costi ridotti, più soddisfazione per il cliente e limitazione dell’impatto ambientale», spiega Marcello S. Valerio, co-founder di iF Returns. «In particolare, minimizzare i resi comprendendo le motivazioni dei clienti attraverso l’analisi dei dati e offrire incentivi per il mantenimento della produzione, contribuisce a una potenziale riduzione delle emissioni di CO2. Inoltre, anche la promozione dei resi in negozio o nei punti di ritiro, limitando significativamente quelli a domicilio, favorisce la riduzione dell’inquinamento. Infine, una gestione smart delle scorte, contiene i potenziali sprechi».