Colla (Regione Emilia Romagna): “Il Governo acquisisca il marchio La Perla”
L’acquisizione del marchio La Perla da parte del Governo. Questo è quello che auspica Vincenzo Colla, assessore regionale allo Sviluppo economico e lavoro di Regione Emilia Romagna., come riporta nota stampa diffusa da Regione Emilia-Romagna il 7 marzo: “Se il Governo vuole difendere concretamente il Made in Italy, come comunicato ieri (6 marzo, ndr) alla Camera dal ministro Urso, intervenga e si impegni ad acquisire il marchio La Perla. Questo è il vero nodo da sciogliere al più presto, per difendere un pezzo storico dell’abbigliamento del nostro Paese, un’eccellenza che proprio quest’anno compie 70 anni”.
Il 6 marzo, infatti, durante il question time alla Camera, la deputata Laura Candoli ha presentato un’interrogazione “sulle iniziative per il rilancio industriale dello stabilimento La Perla, sito a Bologna, al fine di contrastare ipotesi di delocalizzazione e di salvaguardare i posti di lavoro”. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha risposto che presto sarà a Bologna per incontrare le maestranze di La Perla. Inoltre ha sottolineato la volontà di mantenere in Italia la produzione del marchio: grazie alla legge del Made in Italy e al decreto Asset anti-delocalizzazioni, infatti, esistono “nuovi strumenti per arrivare a un accordo sull’azienda di lingerie e porre in essere azioni per il rilancio del marchio e la tutela delle competenze”.
A fronte di queste rassicurazioni, l’assessore Colla chiede al Governo di acquisire il marchio. Così continua la nota diffusa da Regione Emilia-Romagna: “Districata la complessa matassa finanziario-giudiziaria, siamo più che certi che, a partire dall’Emilia-Romagna e nel Paese, si possano trovare imprenditori pronti a investire per rilanciare la storica azienda di abbigliamento di intimo bolognese, di valenza internazionale. È un fatto apprezzabile- aggiunge Colla– che il ministro venga a Bologna per incontrare lavoratici e lavoratori da mesi in lotta. Ma dal Governo che fa della difesa dell’italianità la sua bandiera, ci attendiamo ora un passo forte verso l’acquisizione del marchio: così si può concorrere seriamente a salvare il sito produttivo e l’occupazione”.
Nei giorni scorsi, grazie anche all’intervento del Tribunale di Bologna, è stato avviato l’iter per la cassa integrazione delle 300 lavoratrici.