Inaugurato a Rho (Mi) il nuovo Textile Hub di Vesti Solidale
È stato inaugurato il 7 marzo a Rho, in provincia di Milano, il Textile Hub della cooperativa Vesti Solidale. L’impianto di riciclo tessile si estende su una superficie di 12mila mq, di cui 5mila coperti, e potrà trattare fino a 20mila tonnellate di rifiuti tessili all’anno. Frutto di un investimento di 8 milioni di euro, il Textile Hub di Rho è equipaggiato di attrezzature semiautomatizzate per la selezione e il recupero di capi usati e tessuti ed è a basso impatto ambientale grazie anche all’utilizzo di pannelli fotovoltaici.
Il Textile Hub, inoltre, rafforza la presenza della cooperazione tra i principali attori del settore creando la prima filiera interamente cooperativa del comparto. La struttura è stata realizzata grazie al contributo di Confcooperative/Fondo Sviluppo, CFICooperazione Finanza Impresa, Intesa SanPaolo attraverso il Programma Formula in collaborazione con CESVI, Invitalia, Fondazione Peppino Vismara e Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore.
L’hub gestirà la fase finale del ciclo di vita di indumenti usati e prodotti tessili post-consumer: abiti, scarpe, borse conferiti nei cassonetti o provenienti da aziende d’abbigliamento, tra cui anche marchi d’alta moda, come capi resi, invenduti o difettosi. E rifiuti ‘pre-consumer’, ossia filati, tessuti da scarti di lavorazione (cascami). Infine, il riciclo: In questo caso i tessili vengono selezionati per fibra, qualità e colore ed eliminate le parti non riciclabili: bottoni, cerniere, elementi in plastica o qualsiasi altro elemento che possa compromettere la successiva fase di riciclo.
Il Textile Hub di Rho sarà il centro nevralgico dell’attività di raccolta dei cassonetti gialli riconoscibili dai marchi di Caritas e Rete Riuse (Raccolta Indumenti Usati Solidale e Etica) nei territori delle Diocesi di Milano, Brescia e Bergamo, tramite nove cooperative sociali.
«Gli abiti che non usiamo più contengono un’enorme quantità di materiale che è un peccato incenerire insieme al rifiuto indifferenziato. È fondamentale integrare nelle produzioni materiali rigenerati sostituendo le fibre vergini con quelle provenienti da tessuti e capi riciclati», spiega Matteo Lovatti, presidente di Vesti Solidale. «Qui noi selezioniamo le fibre che i nostri clienti trasformano in nuovi filati di lana, cotone, jeans, poliestere, oppure trovano spazio nel nostro laboratorio Taivè, per la creazione di nuovi prodotti con l’upcycling creativo. Abbiamo anche progetti pilota per il riciclo del nylon e del cuoio. Poi c’è tutta la filiera del riutilizzo, la principale, in cui i capi sono selezionati e igienizzati per la vendita nella nostra catena di negozi second-hand Share presenti in Lombardia e Piemonte, il resto destinato ad altre reti di distribuzione o commercializzato».
Nel 2023, con il recupero di 6.151 tonnellate di indumenti, l’azione di Vesti Solidale ha consentito il risparmio di 29mila tonnellate di CO2 in un anno, l’equivalente dell’emissione prodotta da 3625 voli Milano – Napoli o dai motori di 13.467 automobili. L’adozione di sensori di riempimento RML nei 936 cassonetti gestiti da Vesti Solidale rappresenta un passo avanti nel settore del waste management intelligente. Questi sensori, grazie alla tecnologia ottica e agli algoritmi avanzati, migliorano l’efficienza della raccolta dei rifiuti tessili, riducendo il consumo energetico e aumentando l’accuratezza delle misurazioni. Il risparmio per cittadini e amministrazioni. L’attività di Vesti Solidale ha consentito nell’ultimo anno il recupero del 100% degli abiti usati, destinando il 60% dei capi di abbigliamento al riuso, il 35% al riciclo, mentre il restante 5%, costituito da materiali quali plastica o carta, avviati nelle rispettive filiere di riciclo. Questo, oltre a produrre un indubbio beneficio ambientale, evitando di finire nella frazione indifferenziata alle discariche o agli inceneritori, ha permesso alla collettività di risparmiare oltre 1,5M di euro per lo smaltimento.