Direttiva Green Claims: il Parlamento Europeo adotta la sua posizione
Con 467 voti favorevoli, 65 contrari e 74 astensioni, il 12 marzo il Parlamento Europeo ha adottato la sua posizione sulla direttiva Green Claims che integra la norma europea, già adottata, che vieta il greenwashing. Sebbene la legislazione volga al termine, i nuovi rappresentanti, eletti il prossimo giugno, riprenderanno i dossier da dove si erano interrotti per portarli alle fasi successive.
La direttiva Green Claims nasce per tutelare i consumatori, proteggendoli da pubblicità infondata e ambigua. In base a questo provvedimento, per poter pubblicizzare i prodotti con definizioni quali “biodegradabili”, “meno inquinanti”, “a risparmio idrico” o “a base di materie prime biologiche” le aziende sono tenute a presentare prove a sostegno delle loro dichiarazioni di marketing ambientale. I paesi dell’Unione sono chiamati a identificare gli operatori chiamati a effettuare queste verifiche per passare al vaglio l’uso dei claims.
Con la direttiva Green Claims il Parlamento Europeo vuole che le dichiarazioni e le relative prove siano valutate entro 30 giorni. Tuttavia, la verifica diventa più rapida per le dichiarazioni e i prodotti più semplici, mentre le microimprese non sarebbero coperte dalle nuove norme e le PMI beneficerebbero di un anno in più per conformarsi rispetto alle imprese più grandi.
Le imprese che non rispetteranno quanto previsto dalla direttiva Green Clais potranno subire sanzioni come l’esclusione temporanea dalle gare d’appalto pubbliche, la perdita dei propri ricavi e ammende pari almeno al 4% del loro fatturato annuo. Inoltre, le dichiarazioni ecologiche basate esclusivamente su sistemi di compensazione del carbonio dovrebbero essere vietate. Tuttavia, se le imprese hanno già ridotto il più possibile le loro emissioni possono menzionare le azioni di rimozione e compensazione delle emissioni di carbonio (in inglese offset) nei loro annunci o claim. I crediti di carbonio dovranno essere certificati, come quelli stabiliti nell’ambito del quadro di certificazione per la rimozione del carbonio. Il Parlamento ha inoltre proposto che le dichiarazioni verdi sui prodotti contenenti sostanze pericolose saranno permesse per il momento, e sarà la Commissione a valutare prossimamente se debbano essere vietate del tutto.
Il relatore della commissione per il mercato interno Andrus Ansip (Renew, EE) ha dichiarato: «Gli studi dimostrano che oltre il 50% delle dichiarazioni ambientali sono vaghe, fuorvianti o infondate. Non possiamo parlare di consumatori soddisfatti se ogni altra affermazione verde è falsa. Non possiamo parlare di parità di condizioni per i nostri imprenditori se alcuni attori di mercato stanno barando. Credo che la direttiva adottata oggi sia equilibrata: porterà chiarezza ai nostri consumatori ed è meno onerosa per i professionisti rispetto alla valutazione caso per caso».
Il relatore della commissione per l’ambiente Cyrus Engerer (S&D, MT) ha dichiarato: «È giunto il momento di porre fine al greenwashing. La nostra posizione pone fine alla proliferazione di dichiarazioni ecologiche fuorvianti che hanno ingannato i consumatori per troppo tempo. Faremo in modo che le aziende dispongano degli strumenti giusti per adottare pratiche di sostenibilità autentiche. I consumatori europei vogliono fare scelte sostenibili. Tutti coloro che offrono prodotti o servizi devono garantire che le loro dichiarazioni siano verificate scientificamente».