Fashion: in Italia il 2023 segna un -2,4% a volume e un -0,7% a valore
In Italia il comparto abbigliamento, intimo, calze, accessori e calzature ha chiuso il 2023 con un calo a volume del 2,4% e una riduzione a valore dello 0,7%. Rispetto al 2019, invece, il giro d’affari è diminuito del 4,2%, per una contrazione delle quantità pari al 6,8%.
Il quadro è analogo anche se si considera il mercato europeo dove nel 2023 il settore abbigliamento, intimo, calze, accessori e calzature riporta un calo a volume dell’1,9% che sale al -12,3% rispetto al periodo pre-pandemia. A valore, nel 2023 la crescita è stata registrata solo da Regno Unito, Germania e Spagna, ed è stata determinata dall’incremento dei prezzi.
Questi sono alcuni dei dati diffusi durante il webinar “Scenari e previsioni 2024-25. Consumi fashion, second hand e sostenibilità” organizzato da Sita Ricerca – Pambianco Company, martedì 26 marzo.
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Per quanto riguarda l’anno in corso, sulla base delle elaborazioni della Banca d’Italia sui dati Istat relativi al clima di fiducia degli italiani, Sita Ricerca prevede per il comparto abbigliamento, intimo, calze e accessori, calzature escluse, una crescita a valore del 2,3%. Ma rispetto al periodo pre-Covid lo scarto è di circa il 2%: da un giro d’affari pari 21,1 miliardi di euro del 2019, nel 2024 il settore si assesterà a 20,6 miliardi di euro. Per tornare ai livelli precedenti la pandemia, bisognerà attendere il 2025, che dovrebbe portare il fatturato del settore abbigliamento, intimo, calze e accessori a 21,2 miliardi di euro.
Per quanto riguarda l’andamento delle vendite delle varie categorie di prodotto, in Italia il 2023 segna un trend positivo solo per gli accessori che a valore riportano un +2,2%. Nell’ambito dell’abbigliamento esternabile, lo scorso anno a volume sono aumentate le vendite di abiti per cerimonie (+4%) e per le uscite serali (+2,1%). Il trend è positivo anche per l’homewear che conclude il 2023 a +1,5%. Intimo e calze, invece, hanno registrato un calo a valore dell’1,2%, mentre le vendite di abbigliamento per bambini sono diminuite del 3,9%.
Infine i canali di vendita. Nel 2023 i negozi di città e i centri commerciali hanno subito, rispettivamente, un calo a valore dell’1,3% e dell’1,8%. Il canale degli outlet, che durante la pandemia era stato il più penalizzato, invece, è l’unico a crescere con un +4,6%, a valore. Le vendite online, che avevano fatto registrato un boom durante il Covid, si sono invece stabilizzate: la quota a valore nel settore dell’abbigliamento è oggi del 16,7%, poco più alta rispetto al 2022 quando registrava un 16,3%.