A Roma il convegno “Artigianato cuore del Made in Italy”
“Artigianato cuore del Made in Italy” è il titolo dell’incontro che si è svolto nella mattinata del 18 aprile a Roma nella cornice di Palazzo Piacentini. Organizzato dal ministero delle Imprese e del Made in Italy in collaborazione con Confartigianato, CNA e Casartigiani, il convegno ha messo i riflettori sul nuovo sistema di riconoscimento europeo delle indicazioni di origine geografica per i prodotti artigianali e industriali non agricoli.
Il nuovo regime sarà operativo dal 1 dicembre 2025, adottando le norme di trasposizione necessarie per integrare la disciplina nel nostro sistema giuridico a partire dalle disposizioni contenute nella Legge Quadro per il Made in Italy, approvata a dicembre 2023.
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In questa fase, il ministero delle Imprese e del Made in Italy, collaborando strettamente con Regioni, Comuni e associazioni di categoria, sta velocizzando le attività propedeutiche alla attuazione del Regolamento. In particolare l’impegno punta a stimolare l’associazionismo tra le imprese che operano sullo stesso prodotto; avviare una attività di ricognizione dei prodotti industriali e artigianali tipici che potranno diventare IGP (indicazione geografica protetta); elaborare i rispettivi disciplinari, oltre alla possibilità di offrire contributi a fondo perduto per la predisposizione del disciplinare stesso.
Durante l’evento “Artigianato cuore del Made in Italy” il ministro Adolfo Urso ha sottolineato: «L’artigianato e il Made in Italy rappresentano non solo un patrimonio da preservare, ma anche un orizzonte di innovazione e crescita sostenibile verso cui dirigerci con determinazione, anche per attrarre sempre più i giovani verso il settore. Questo nuovo regolamento Ue consentirà dal 1 dicembre 2025 di registrare le indicazioni geografiche anche dei prodotti artigianali e industriali, così come quelle dei beni alimentari, aggiungendoli a un percorso di contrasto all’italian sounding e di relativa protezione. Con il Dipartimento Mercato e Tutela del Mimit abbiamo già mappato oltre 200 prodotti che potrebbero essere potenzialmente registrati: dal tessile all’abbigliamento, passando per le calzature, la ceramica, il vetro, l’oreficeria e il legno».