Cotone 100% Made in Italy: avanzata al Mimit la richiesta di certificazione
Una certificazione che attesti la provenienza e la qualità del cotone 100% Made in Italy. È questa la richiesta presentata da Valeria Mangani, presidente dell’associazione Fashion Sustainable Innovation Society, al ministro Adolfo Urso, in occasione del primo Tavolo nazionale dedicato alla filiera del cotone bio 100% Made in Italy che si è svolto il 24 aprile al ministero delle Imprese e del Made in Italy.
All’incontro erano presenti esponenti della filiera, degli enti locali e delle istituzioni. Il Tavolo, in particolare, è stata l’occasione per presentare l’esperienza di due imprenditori del Sud Italia che hanno scelto di investire nella filiera del cotone 100% Made in Italy: Manlio Carta, presidente Cotone Organico di Sicilia e Riccardo Cammalleri vice presidente Investment Capital Solutions; Michele Steduto e Pietro Gentile di GEST Cotone Organico di Puglia.
«Abbiamo portato all’attenzione del ministro due esempi di eccellenze del nostro Made in Italy messe in campo da due imprenditori lungimiranti e coraggiosi del Sud Italia, durante il Covid», ha dichiarato Valeria Mangani, «ma per preservare questa eccellenza occorre il sostegno del Governo».
Durante il suo intervento, il ministro Urso ha dichiarato di condividere l’ipotesi di «creare un’etichetta 100% Made in Italy che possa rappresentare l’autenticità e l’eccellenza lungo tutta la filiera. Nel nostro disegno di legge quadro sul Made in Italy che è stato approvato dal Parlamento a dicembre, è stato creato un fondo per la transizione verde e digitale per la moda con stanziamento iniziale di 5 milioni per lo scorso anno e di dieci milioni di euro per quest’anno».
Per l’imprenditore Manlio Carta di COS-Cotone Organico di Sicilia l’esperimento del cotone è stato un successo che ha coinvolto alcuni brand a partire da Oviesse per arrivare a quelli del lusso come Chanel. Una storia di filiera agricola produttiva Made in Italy, che parte dalla Sicilia e arriva a Padova passando per Bergamo. La coltivazione, infatti, si svolge in Sicilia; il filato è prodotto da Eurotessile di Bergamo, mentre la fase di tessitura spetta a Berto E.G. Industria Tessile di Padova, per arrivare alla vendita effettuata da Fashion Art di Padova.
Nel Gargano invece, dal prossimo ottobre gli imprenditori Michele Steduto e Pietro Gentile di GEST- Cotone Organico di Puglia, avranno la filiera 100% Made in Italy. Un risultato conseguito in seguito a un investimento di 2 milioni di euro per un impianto di ginnatura a Capitanata (FG). Entrambi i cotoni, siciliani e pugliesi, sono certificati GOTS.
Fino alla seconda guerra mondiale, l’Italia era uno dei maggiori produttori di cotone, ma dagli anni 60 con l’avvento delle fibre sintetiche, il prodotto estero e il peso dei costi di produzione dovuti alla raccolta del cotone, esclusivamente a mano, hanno posto fine alla produzione. Dopo 50 anni, dalla volontà di imprenditori lungimiranti del sud Italia, nasce la prima filiera di agricoltura tessile del cotone 100% Made in Italy. Nel ricordare che il cotone è stato inserito dopo 50 anni nella recente riforma della PAC – Politica Agricola Comune, il ministro Urso si è rivolto agli imprenditori presenti al Tavolo complimentandosi per aver ripreso la coltivazione del cotone nel nostro Paese e per averlo fatto in modo sostenibile e innovativo poiché «quello del Made in Italy sostenibile è proprio l’obiettivo che si propone il Governo. Bello, ben fatto e sostenibile è anche quello che chiedono i consumatori globali particolarmente attenti alla tracciabilità del prodotto». Il ministro, infine, ha fatto sapere che «grazie alla recentissima riforma della Pac (Politica agricola comune) ci saranno le condizione per poter accedere agli incentivi europei per la certificazione biologica e questo supporto è essenziale per poter garantire un cotone ecologico e competitivo a livello internazionale».