La Commissione Europea ha aperto un’indagine nei confronti di Shein
Il 6 febbraio, vale a dire il giorno successivo alla presentazione di un pacchetto di azioni per garantire sicurezza e sostenibilità delle importazioni nell’ambito del commercio elettronico, la Commissione europea ha aperto un’indagine nei confronti di Shein per presunte violazioni della normativa sulla tutela dei consumatori.
Più precisamente, l’e-commerce cinese di fast fashion dovrà fornire entro il 27 febbraio alcune informazioni richieste dalla Commissione europea ai sensi del Digital Services Act (DSA).
Nel dettaglio le informazioni riguardano i rischi legati a contenuti e merci illegali presenti nel marketplace; alla trasparenza dei sistemi di raccomandazione; all’accesso ai dati da parte di ricercatori qualificati e alle misure adottate per mitigare i rischi relativi alla protezione dei consumatori; alla salute pubblica e al benessere degli utenti.
Una volta valutate le risposte elaborate da Shein, la Commissione stabilirà quali azioni intraprendere, incluso anche l’avvio formale di un procedimento a norma dell’articolo 66 del regolamento sui servizi digitali.
Un portavoce di Shein ha dichiarato a Euronews che l’azienda condivide l’obiettivo della Commissione di garantire ai consumatori dell’Unione che i prodotti acquistati online siano sicuri; inoltre ha ribadito che l’azienda è al lavoro per rispondere alle richieste avanzate dalla Commissione.
Già a fine ottobre, era stata avviata un’indagine simile nei confronti della piattaforma di e-commerce cinese Temu per presunte violazioni del DSA.
Come anticipato, il 5 febbraio la Commissione europea ha comunicato di “essere in procinto di adottare misure per affrontare i rischi derivanti dalle importazioni di basso valore vendute attraverso rivenditori online di paesi terzi e mercati online che ospitano commercianti di paesi terzi”.
Queste azioni rientrano nel quadro della comunicazione sul commercio elettronico: un pacchetto completo di strumenti dell’UE per un commercio elettronico sicuro e sostenibile.
Queste iniziative sono state messe in campo a fronte della crescita esponenziale registrata nell’Unione dalle spedizioni di articoli low cost. L’anno scorso, infatti, nel mercato dell’UE sono entrati circa 4,6 miliardi di spedizioni di basso valore (merci di valore non superiore a 150 euro), pari a 12 milioni di pacchi al giorno: una cifra raddoppiata rispetto al 2023 e triplicata rispetto al 2022. Molte di queste merci sono peraltro risultate non conformi alla legislazione europea. Questa crescita esponenziale desta preoccupazioni perché, sono sempre più i prodotti dannosi che entrano nell’UE. Inoltre, i venditori europei, che rispettano gli standard europei, rischiano di essere danneggiati da pratiche sleali e dalla vendita di articoli contraffatti attraverso i mercati online. Infine, l’elevato numero di colli spediti e trasportati ha un’impronta ambientale e climatica negativa.