DL Sostegno: Federazione Moda Italia chiede di portare la soglia minima delle perdite al 20%
A ridosso della pubblicazione del decreto Sostegno, Federazione Moda Italia se da un lato esprime soddisfazione per alcune decisioni introdotte dal provvedimento, come il superamento dei codici Ateco, dall’altro chiede che vengano introdotti alcuni cambiamenti, a partire dalla soglia minima delle perdite che, per l’associazione, urge abbassare dal 30% al 20% del fatturato.
Una richiesta che si spiega anche con la tipologia di articoli venduti dagli operatori del fashion retail che, a differenza di quelli proposti in altri settori, sono soggetti a “rapidissima svalutazione”, si legge in una nota stampa diffusa il 19 marzo dall’associazione. Inoltre, in questo lungo periodo di emergenza sanitaria il canale ha “dovuto fare notevole ricorso a forti promozioni e saldi, con l’unico obiettivo di pagare i costi fissi e contenere le perdite di fatturato, riducendo i margini”.
Se a questo aspetto si aggiungono le perdite registrate durante i saldi invernali, che a gennaio sono diminuiti del 41,1%, rispetto al 2020, e a febbraio del 23,3%, Federazione Moda Italia torna a chiedere un contributo sotto forma di credito di imposta del 30% sulle rimanenze, “capace di superare l’annoso problema dei magazzini”.
“Serve, infine, discontinuità – conclude Borghi nella nota stampa di Federazione Moda Italia – e un ripensamento delle restrizioni alle aperture che riguardano quasi esclusivamente il nostro comparto. Non si riesce ancora a comprendere perché un negozio di abbigliamento o di calzature o di pelletteria, nonostante i sacrifici fatti e gli investimenti in sicurezza, rientri tra le pochissime attività commerciali che devono rimanere chiuse per decreto. Se i negozi soffrono, i colossi del web gioiscono con fatturati più che raddoppiati. Nonostante l’apprezzata introduzione della digital tax, ci aspettiamo di operare in un mercato a parità di regole e di tassazione realmente proporzionata agli introiti effettuati nel nostro Paese”.