Il Decreto Sostegni bis stanzia oltre 15 mld di contributi a fondo perduto
Il 26 maggio è entrato in vigore il Decreto Legge 25 maggio, n. 73 (Decreto Sostegni bis) che prevede ulteriori contributi a fondo perduto, con uno stanziamento complessivo di oltre 15 miliardi di euro, attraverso una misura che si articola su tre possibili soluzioni (ex art. 1).
Per le imprese che tra il 2019 e il 2020 hanno subito un calo del fatturato di almeno il 30%, il contributo viene concesso seguendo la stessa modalità prevista dal Decreto Sostegni.
Il Decreto Sostegni bis, però, introduce un nuovo metodo di concessione del contributo a fondo perduto basato sul calo medio mensile del 30% del fatturato nel periodo compreso tra il 1° aprile 2020 e il 31 marzo 2021.
Infine, il provvedimento prevede una terza modalità con finalità perequativa, che si basa sui risultati economici d’esercizio relativo al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2020, rispetto a quello relativo al periodo in corso al 31 dicembre 2019, anziché sul fatturato. Tale modalità è, tuttavia, subordinata all’autorizzazione della Commissione europea (ex comma 27).
Ulteriori misure del Decreto Sostegni bis per il sostegno all’economia e l’abbattimento dei costi fissi delle imprese, riguardano anche il credito d’imposta per canoni di locazione e affitto di immobili a uso non abitativo per le attività con ricavi o compensi non superiori a 15 milioni di euro nel secondo periodo d’imposta antecedente a quello di entrata in vigore del decreto n.73, a condizione che l’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi del periodo compreso tra il 1° aprile 2020 e il 31 marzo 2021 sia inferiore almeno del 30% rispetto all’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi del periodo compreso tra il 1° aprile 2019 e il 31 marzo 2020 (ex art. 4); la riduzione degli oneri delle bollette elettriche diverse dagli usi domestici anche per il mese di luglio 2021 (ex art. 5); l’istituzione di un fondo con dotazione di 600 milioni di euro finalizzato alla concessione da parte dei comuni di una riduzione della TARI per gli esercizi commerciali e le attività economiche colpite dalla pandemia (ex art. 6) un incremento dello stanziamento su due annualità 2020 e 2021 destinato a “Misure urgenti per il settore tessile e della moda,” nonché per altre attività economiche particolarmente colpite dall’emergenza epidemiologica (ex art. 8), in base all’art. 48 bis del Decreto Legge Rilancio (Decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77) per ottenere un credito d’imposta del 30% sulle eccedenze di magazzino. Con Decreto del Ministro dello sviluppo economico, da adottare entro 20 giorni dall’entrata in vigore del presente decreto, sono stabiliti i criteri per la corretta individuazione dei settori economici in cui operano i soggetti beneficiari del credito d’imposta.
Renato Borghi, presidente di Federazione Moda Italia-Confcommercio, così commenta il contenuto del nuovo provvedimento: “Dopo il Tavolo della Moda, abbiamo apprezzato il cambio di paradigma del Governo nei confronti di un settore in seria difficoltà. Esprimiamo, pertanto, soddisfazione per la rivisitazione del calcolo delle perdite dei fatturati che risponde ad un’esigenza che abbiamo evidenziato al ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, tipica del nostro settore che ha dovuto far notevole ricorso a sconti, promozioni e saldi per la mera sopravvivenza. Il credito d’imposta del 60% sulle locazioni commerciali da gennaio a maggio 2021 è un’altra misura che abbiamo fortemente richiesto a sostegno della ripresa, per la resilienza e la competitività delle nostre imprese. Rimane indispensabile un intervento capace di sostenere veramente la filiera della moda, dalla produzione alla distribuzione, sul tema delle eccedenze di magazzino. È quanto mai urgente estendere ai negozi di moda il contributo sotto forma di credito d’imposta del 30% delle rimanenze ex art. 48 bis del DL Rilancio. Solo così potremo affrontare il presente con la giusta predisposizione e propensione agli acquisti della prossima collezione. Senza correttivi, l’intera filiera è a rischio”.