Fimast: la sostenibilità tema focus per la filiera della calzetteria
L’innovazione sostenibile e responsabile è stato il focus della prima giornata di Fimast, l’evento B2B firmato Italian Exhibition Group dedicato alla filiera della calzetteria che ha preso il via oggi, martedì 19 ottobre, e prosegue fino al 22 ottobre al Brixia Forum di Brescia. All’evento si registrano anche presenze da Germania, Spagna e Portogallo.
Durante i workshop che si sono svolti nella giornata di apertura si è parlato molto di sostenibilità evidenziando le best practice interne alla filiera e illustrando lo stato dell’arte dell’economia circolare nel tessile, tra requisiti eco-tossicologici e l’importanza della tracciabilità
Tra gli espositori di Fimast sono numerose le aziende che puntano i riflettori sulle loro linee green. Un esempio è rappresentato da Sina Filati Fashion Yarn che arricchisce il prodotto calza con materiali in parte frutto di recupero, riciclo, rigenerazione e commercializza filati ecocompatibili di poliammide provenienti da scarti di lavorazione o di poliestere, ottenuti dal riciclo di bottiglie di plastica o reti da pesca. Sono simili gli sforzi in questa direzione messi in campo da TecnoYarn e Yarn Solutions. La prima tinge i materiali nel rispetto dell’ambiente e con particolare attenzione alle tinture in massa, che permettono un grande risparmio di consumi di sostanze chimiche, energia e acqua. Yarn Solutions, invece, da anni vanta la certificazione Global Recycle Standard per il riciclo delle materie prime.
Ma a Fimast emerge come l’attenzione all’ambiente si declini lungo tutta la filiera della calzetteria. Esemplificativo il caso dell’azienda Beschi, specializzata nello stampaggio di materie plastiche per tubetti e coni per filati, che utilizza plastica riciclata e ha installato un impianto fotovoltaico che copre il 30% della richiesta energetica dei macchinari. Fadis, invece, è da dieci anni impegnata per promuovere tra le aziende del meccanotessile soluzioni che mettano al centro del processo produttivo la riduzione dell’uso di energia, acqua e prodotti chimici.
Anche la tecnologia digitale è un valido alleato nel cammino per la sostenibilità. Ne è un esempio la macchina innovativa della bresciana Cesare Colosio, che produce calzature a intarsio 3D in grado di realizzare, in un unico passaggio e senza sprechi di materia prima, una tomaia con fori, occhielli e lacci, senza cuciture. I vantaggi della modellazione 3D sono tanti per il mondo della calza, grazie a software capaci di tradurre rapidamente le idee in prototipi, ottimizzando tempi e risorse e, soprattutto, materia prima.
Se ne parlerà domani, mercoledì 20 ottobre, nel workshop organizzato da ADICI, l’Associazione Distretto Calza e Intimo, insieme all’Istituto Tecnico Superiore Machina Lonati, che presenterà i corsi di formazione per studenti e giovani professionisti.