Da Federazione Moda Italia-Confcommercio tre proposte per dare nuovo impulso alla moda
Federazione Moda Italia-Confcommercio torna a fare sentire la sua voce attraverso il presidente Giulio Felloni. Con una nota stampa, diffusa il 25 luglio, l’associazione esprime la sua preoccupazione in merito ai riflessi della crisi di Governo sulle imprese del fashion retail e sui cittadini.
Per questo, in seguito al Tavolo della Moda, Federazione Moda Italia-Confcommercio ha inviato al Mise «una serie di proposte concrete per dare un nuovo impulso all’economia della moda in forte sofferenza e, ad oggi, minimamente ristorata nonostante le grandi perdite».
In quest’ottica per l’associazione sono due le priorità che le istituzioni politiche dovrebbero prendere in seria considerazione: interventi contro il caro energia e riduzione del cuneo fiscale, a cui si aggiunge la riduzione dell’aliquota massima dell’Iva del 22% su abbigliamento, calzature, pelletteria, accessori e articoli sportivi per sostenere il potere di acquisto dei consumatori.
Altre richieste avanzate da al Mise da Federazione Moda Italia-Confcommercio riguardano i contributi sotto forma di credito d’imposta per le locazioni degli esercizi commerciali della moda; la rottamazione dei capi usati con una serie di incentivi alle imprese che ritirano e raccolgono prodotti obsoleti. Risulta altrettanto importante mettere a punto iniziative volte a garantire sgravi fiscali e crediti d’imposta alle imprese commerciali della moda per la donazione di eccedenze di magazzino dei negozi. Infine, nella nota stampa diffusa il 25 luglio, Federazione Moda Italia-Confcommercio ribadisce di essere a disposizione del Tavolo della Moda per affrontare in maniera specifica ulteriori temi legati al rilancio del fashion retail attraverso iniziative come la valorizzazione e il sostegno dei negozi storici; gli incentivi all’apertura dei negozi di moda con particolare attenzione alle imprese di giovani e femminili; le facilitazioni per il passaggio generazionale e la cessione di azienda o rami di azienda per dare continuità alle attività di famiglia o anche favorire l’inserimento di soggetti terzi; la previsione di crediti d’imposta agli operatori commerciali per l’acquisto di prodotti dichiarati eco-compatibili. Tra le opzioni anche il bonus moda ai consumatori per l’acquisto di prodotti di moda, abbigliamento, calzature, pelletteria, accessori e articoli sportivi, sull’esempio del bonus mobili e ecobonus auto.
Si tratta di una serie di iniziative realizzabili a condizione che ci sia un impegno preciso da parte della filiera della moda dove produttori, trasformatori, agenti e rappresentanti, retail e negozi di vicinato possano condividere in maniera sinergica questo sconsiderato aumento dei costi con un patto tra le parti sociali per una “filiera etica e sostenibile”.