UE/Rifiuti tessili: accordo provvisorio per la revisione della direttiva quadro
Il 19 febbraio la presidenza del Consiglio e i rappresentanti del Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio sulla revisione mirata della direttiva quadro sui rifiuti, stabilendo anche misure a favore di un settore tessile più sostenibile, in grado di produrre meno rifiuti. Ogni anno, infatti, l’abbigliamento e le calzature rappresentano da soli 5,2 milioni di tonnellate di rifiuti, pari a 12 kg di rifiuti per persona.
Prima di essere sottoposto alla messa a punto giuridico-linguistica, l’accordo provvisorio dovrà ora essere approvato dal Consiglio e dal Parlamento. Dopo l’adozione formale, gli Stati membri dell’UE avranno fino a 20 mesi per aggiornare le rispettive legislazioni nazionali in modo da attenersi alle nuove norme.
In particolare, l’accordo provvisorio stabilisce norme armonizzate sulla responsabilità estesa del produttore per le industrie tessili e i marchi di moda. Questi ultimi saranno resi responsabili dei loro rifiuti e saranno tenuti a pagare una tariffa per contribuire a finanziare la raccolta e il trattamento dei rifiuti. L’importo sarà strettamente connesso al livello di sostenibilità e circolarità del loro prodotto.
I colegislatori hanno convenuto di contrastare la sovrapproduzione di rifiuti tessili e le pratiche di moda rapida e ultrarapida (ultra-fast and fast fashion), per evitare lo scarto di prodotti tessili che non sono ancora giunti al termine del loro ciclo di vita potenziale. Gli Stati membri possono adeguare le tariffe pagate dai produttori in funzione della durata di utilizzo dei prodotti tessili e della loro durabilità.
L’accordo provvisorio assicura condizioni di parità, includendo tutte le imprese nell’ambito di applicazione dei regimi di responsabilità estesa del produttore. In questo modo anche le imprese più piccole avrebbero accesso alle risorse e alle infrastrutture necessarie per un adeguato trattamento dei rifiuti tessili.
Al fine di ridurre gli oneri amministrativi, le microimprese disporranno di un anno supplementare dall’istituzione dei regimi di responsabilità estesa del produttore (in totale, tre anni e mezzo dall’entrata in vigore delle nuove norme).
La Commissione sarà incaricata di riesaminare e valutare diversi aspetti della direttiva quadro sui rifiuti, tra cui il finanziamento dei regimi di responsabilità estesa del produttore e possibili obiettivi in materia di rifiuti tessili (entro il 2029) nonché il ruolo della produzione primaria nella generazione di rifiuti alimentari, l’impatto dei cambiamenti nei livelli di produzione ed eventuali obiettivi aggiornati in materia di riduzione degli sprechi alimentari per il 2030 e il 2035 (entro il 2027).