Il 57% degli italiani non acquisterebbe un capo senza etichetta
Sei italiani su 10 quando pensano all’etichetta hanno in mente il care label con le informazioni sulla composizione del materiale e le istruzioni sulla modalità di lavaggio e stiratura, dividendosi tra chi fa subito riferimento alle indicazioni per la cura del capo e chi considera, invece, la composizione del materiale.
È quanto emerge da un’indagine commissionata all’Istituto Interactive Market, da Cadica, azienda italiana specializzata nella realizzazione di etichette, cartellini, patch, badges per i più importanti brand internazionali di moda.
Il 25% degli intervistati, invece, associa l’etichetta al logo: se esso si trova all’interno del capo è garanzia della sua originalità, mentre se è all’esterno, conferisce al brand un elemento di distintività. L’etichetta è il cartellino di cartone o altro materiale appeso all’esterno del capo, in cui sono riportate le informazioni sulla taglia e il prezzo solo per il 15% del campione intervistato, mentre difficilmente gli italiani includono nel campo semantico del labelling la confezione del capo e le rifiniture, come i dettagli, le cuciture, i taschini e i bottoni di riserva.
Se fosse un consumatore italiano a dover realizzare un’etichetta, sicuramente questa sarebbe di stoffa morbida e mai ruvida, cucita bene, discreta e non visibile da fuori, semplice e con le informazioni essenziali.
Infine, alla domanda “acquistereste un capo privo di etichetta?”, il campione si divide: il 57% degli intervistati ha risposto di no, in quanto l’etichetta rappresenta una garanzia ed è molto utile per sapere come trattare gli articoli, mentre il 43% lo acquisterebbe comunque ma, mentre c’è chi lo farebbe solo se comprasse in un negozio monomarca, c’è chi, invece, non si pone il problema, in quanto non considera l’etichetta così importante.