Fulgar porta la sostenibilità al Fashion Institute of Technology di NY

Headquarters di Fulgar
Fulgar mette un altro tassello al suo progetto ambizioso volto a creare una moda più responsabile e attenta alle sfide del cambiamento climatico, formando designer 5.0, capaci di sperimentare tessuti e processi produttivi a ridotto impatto ambientale.
Nei giorni scorsi, infatti, Daniela Antunes, marketing manager dell’azienda, è salita in cattedra nel corso del seminario “Incontro con gli esperti”, parte integrante del corso “Designing with High-Tech Fabrics” del Fashion Institute of Technology di New York. La collaborazione con l’istituto americano si aggiunge a quelle realizzate con NABA e Istituto Marangoni.
Al seminario “Incontro con gli esperti” hanno partecipato 18 studenti dell’istituto americano specializzandi in “Sportswear Design”, parte di un programma di scambio internazionale con il Politecnico di Milano. Durante l’incontro, Daniela Antunes ha presentato l’azienda, che da oltre un decennio è pioniera nei temi della sostenibilità e dell’economia circolare.
Un approccio che si traduce in un portfolio di filati sostenibili all’avanguardia, tra i quali spiccano Q-Geo ed Evo, entrambi bio-based, Q-Nova, ottenuto da materie prime rigenerate, e Q-Cycle, una poliammide con identiche caratteristiche ai filati tradizionali, ma con un’anima green derivata dal riciclo di pneumatici a fine vita.
Daniela Antunes ha sottolineato l’importanza della formazione per una moda più sostenibile: «Per costruire una moda più eco-compatibile, è fondamentale coinvolgere le nuove generazioni di stilisti, affinché sviluppino la propria creatività con un approccio già improntato alla responsabilità ambientale e sociale». E ha aggiunto: «La sostenibilità per noi non è solo una scelta, ma un percorso di miglioramento continuo, che vogliamo trasmettere ai giovani talenti del tessile e della moda. In Fulgar, la tracciabilità della filiera, la trasparenza dei processi produttivi e una cultura del fare impresa responsaibile sono valori imprescindibili, che ci collocano tra i pionieri del cambiamento».