Netcomm: gli e-shopper chiedono consegne sostenibili e nel weekend
Nell’ultimo anno, il 54% degli e-shopper italiani ha acquistato prodotti nella categoria fashion, superando l’elettronica di consumo che detiene una quota del 51%. Il 44% dei consumatori ha invece acquistato prodotti di bellezza e cosmetica e il 16% mobili e oggetti di arredo e design. Sono queste alcune delle evidenze emerse durante la terza edizione di Netcomm Focus Fashion&Lifestyle, tenutosi il 9 luglio a Palazzo Mezzanotte a Milano, e riportate nell’ultima ricerca netRetail di Netcomm in collaborazione con Kantar.
La chiave vincente nell’esperienza di acquisto online dei consumatori italiani è la consegna: il 25%, infatti, vorrebbe poter cambiare orario e data di consegna, scegliere giorno e orario esatti e ricevere i propri ordini a casa sabato e domenica. Inoltre i giovani italiani di età compresa tra i 16 e i 24 anni hanno a cuore il tema green: il 39% di loro vorrebbe poter scegliere opzioni di consegna a ridotto impatto ambientale e il 53% desidera ricevere pacchi già pronti per essere restituiti in caso il prodotto non soddisfi le proprie esigenze.
«Oggi, e sempre più in futuro, la chiave della competitività per le aziende che operano nel commercio digitale sta nel rendere sempre più personalizzata l’esperienza di acquisto dei consumatori. Le tecnologie stanno già ridisegnando tutta la filiera dell’industria dell’abbigliamento: il punto di partenza è la previsione della domanda e l’intelligenza artificiale è tra le tecnologie più impattanti nell’industria del fashion retail, grazie alla possibilità di disegnare collezioni e nuovi prodotti sulla base dei dati di tendenze del settore», ha commentato Roberto Liscia, presidente di Netcomm. «Le analisi predittive consentono di mantenere una relazione con il cliente anche dopo l’acquisto, proponendo un’offerta sempre più personalizzata, così come anche grazie a chatbot e assistenti virtuali, in grado di migliorare costantemente l’assistenza al cliente». Inoltre grazie all’intelligenza artificiale «ci si aspetta di ridurre la percentuale di resi, con impatti energetici evidentemente negativi. I giovani italiani che acquistano online, infatti, sono sempre più esigenti e attenti al tema ecologico».
Sempre secondo la ricerca di netRetail, il primo touchpoint utilizzato per acquistare abbigliamento, calzature e accessori è rappresentato dalle recensioni online per il 39% dei consumatori. Il 29% dei consumatori invece analizza il sito proprietario del brand, il 23% dei clienti visita uno store prima di ordinare online e il 22% si informa tramite l’app del retailer o le piattaforme online. La finalizzazione dell’acquisto avviene prevalentemente sui marketplace, il cui successo è dovuto alle maggiori capacità di digital marketing che possano offrire un efficace mix tra prezzi vantaggiosi, migliori promozioni e varietà di scelta dei prodotti, che sono i principali driver di acquisto rispettivamente per il 51%, 43% e 29% dei consumatori italiani.
Ampliando lo sguardo e analizzando il panorama internazionale dell’industria fashion online, nel 2019 il numero di e-shopper che acquista prodotti fashion raggiunge oltre 2 miliardi e 451 milioni, in crescita dell’11% rispetto allo scorso anno. Entro il 2023 i consumatori che sceglieranno di acquistare capi di abbigliamento online saranno 3 miliardi e 363 milioni, in crescita del 37% rispetto al 2019. Il fatturato online del comparto fashion a livello globale cresce costantemente: nel 2019 vale 346 miliardi e 256 milioni di euro, in crescita del 13% rispetto allo scorso anno. Entro il 2023 questo settore varrà 509 miliardi e 376 milioni, in crescita del 47% rispetto al 2019.
Più in dettaglio, in Italia la quota di acquisto online di abbigliamento passerà dal 6% nel 2018 al 9% nel 2023, mentre in Cina dal 52% nel 2018 al 65% nel 2023. Il mercato cinese del fashion online vale più del doppio di quello europeo e statunitense: in Cina si registrerà una crescita annua del 12% nei prossimi 4 anni, passando da 247 miliardi di dollari nel 2018 a 431 miliardi nel 2023, mentre in Europa la crescita sarà del 7,5% passando da 102 miliardi di dollari nel 2018 a 147 miliardi nel 2023. Da ultimo negli Stati Uniti ci si aspetta un +8%, passando da 103 miliardi di dollari nel 2018 a 146 miliardi nel 2023.
In termini di tipologia di acquisto, nel 2019 il 33% dei consumatori in tutto il mondo acquista abbigliamento attraverso canali digitali, il 27% acquista calzature e il 19% accessori. Percentuali che sono destinate a crescere entro il 2023, quando il 44% degli acquisti di abbigliamento avverrà attraverso canali digitali.
«La crescita digitale è la forza motrice del made in Italy: il titolo del convegno non potrebbe essere più azzeccato», ha detto Marc Sondermann, direttore e Ceo di eBusiness e Fashion magazine. «Decollare in Borsa con il digitale, questa è la sfida. Un esempio è quello dell’escalation di Gucci nell’era Bizzarri-Michele. Un brand che con impressionante rapidità ha cambiato pelle, investendo in CRM, social, e-commerce e nuovi consumatori. Prada è stato più lento a cogliere il cambiamento e ne ha sofferto ma ora recupera terreno, affidando come altri la gestione del digital alla nuova generazione interna». In un contesto in cui i big player si ripensano e, in parallelo, piccole realtà digitalmente avanzate vedono decollare i ricavi, si inserisce la sfida dei marketplace: un pericolo, vista l’aggressività di questi canali sui prezzi, o un’opportunità? «Entrambe le cose – ha concluso Sondermann – ma l’importante è che un brand sappia controllare e gestire al meglio i canali distributivi».