Calzetteria femminile (2): nel 2016 export a 461 mln di euro (-1,1%). Collant stabili, medicali a -8,4%
Nel 2016, le esportazioni di calzetteria femminile italiana hanno raggiunto i 461 milioni di euro in calo dell’1,1% rispetto al 2015. La performance è legata a fattori geopolitici sfavorevoli come le sanzioni alla Russia, la Brexit e un calo dei consumi su mercati maturi come quelli europei.
Ad esempio, le esportazioni verso Regno Unito, Germania e Francia diminuiscono, rispettivamente, del 7,5%, dello 0,6% e del 2,4%. Sono invece in aumento i flussi verso la Croazia (+5%), la Spagna (+19,6%) e i Paesi Bassi (+23,8%).
Sul fronte dei prodotti, le vendite oltre confine registrano trend stabili per collant e gambaletti (+01,%), mentre csono in calo le vendite di capi medicali (-8,4%) e le altre tipologie di calze.
In un’ottica globale, l’export mondiale della calzetteria lo scorso anno ha sviluppato un fatturato di 5,7 miliardi di dollari: la Cina si conferma leader con una quota pari al 50%.
L’analisi dei dati relativi alle esportazioni dei collant,però, mostrano l’Italia in seconda posizione con una market share modiale del 23,4%, sempre dopo la Cina (23,6%). L’export di questo Paese, infatti, nel 2016 è diminuito del 10% perché sono calate le vendite negli Stati Uniti, in Giappone e in Russia.
Se si considera un altro segmento di prodotto, vale a dire quello della calzetteria medicale, si nota che l’export mondiale di questi articoli è di 443,4 milioni di dollari e la Germania è leader con una quota del 25,5%. Seguono gli Stati Uniti (17,5%) e l’Italia (10,1%). Per i marchi italiani che realizzano articoli di calzetteria medicale, nel 2016 l’export ha avuto trend particolarmente positivi in Svezia (+15,1%), Stati Uniti (+9,2%) e Giappone (+13,5%).
Questi sono alcuni dei dati presentati il 31 maggio da Sistema Moda Italia durante l’Osservatorio Economico Calzetteria, organizzato dal Centro servizi impresa (CSC) di Castel Goffredo (Mn), in collaborazione con Adici (Associazione distretto calze e intimo).