White: la paura del Coronavirus incide sugli afflussi di domenica
L’edizione di febbraio 2020 di White, in scena dal 20 al 23 febbraio, si è chiusa con un numero di presenze in linea con lo stesso periodo del 2019, quando più di 25.200 operatori avevano partecipato alla manifestazione.
La giornata di domenica, storicamente cruciale come afflusso di visitatori, ha influenzato il calo delle presenze per le notizie e la tensione legate al diffondersi del Coronavirus anche in Italia e in Lombardia in particolare.
A White sono tornati i grandi buyer, anche italiani, che hanno comprato soprattutto le produzioni delle piccole e medie aziende di qualità, frutto di una filiera corta e responsabile. Gli addetti ai lavori hanno apprezzato il focus sulla ricerca, soprattutto in aree come il Basement e in generale il brand mix al Tortona 27 Superstudio.
“Stiamo vivendo un momento che non conosce paragoni nell’industria della moda e di tutta la filiera produttiva e distributiva. È un segnale di un cambiamento epocale e l’emergenza del Coronavirus non fa che ribadire l’importanza nel dare attenzione ai modelli produttivi, dimostrando che certi comportamenti non sono più attuali sotto molti punti di vista. D’ora in poi sarà imprescindibile l’attenzione alla sostenibilità. “, ha dichiarato Massimiliano Bizzi, founder di White. “Nonostante l’emergenza di questi ultimi due giorni non possiamo che essere soddisfatti, perché le piccole e medie aziende con filiera corta stanno rinascendo e attirando nuovamente l’attenzione dei buyer che li avvicinano nuovamente al consumatore finale”.
Il salone ha potuto contare su un forte supporto istituzionale con la presenza della Regione Lombardia e del Comune di Milano, con il Sindaco, Beppe Sala, che con attenzione ha visitato il salone dichiarando: “Oggi far funzionare le imprese del settore significa guardare oltre all’equilibrio economico e finanziario: il profitto non basta, ma è il tema della sostenibilità, che White affronta ed è quello più attuale, a guidare la nostra vita. Anche in questo momento di difficoltà del settore, dobbiamo accettare le conseguenze del problema creato dal Coronavirus, che sta impattando sul mondo del fashion”.